giovedì 13 dicembre 2012

Santa Lucia (13 dicembre)

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Santa Lucia, dal nome evocatore di luce, martirizzata a Siracusa sotto Diocleziano (c. 304), fa parte delle sette donne menzionate nel Canone Romano. Il suo culto universalmente diffuso è già testimoniato dal sec. V. Un’antifona tratta dal racconto della sua passione la saluta come «sponsa Christi». La sua «deposizione» a Siracusa il 14 dicembre è ricordata dal martirologio geronimiano (sec. VI).

La Tradizione

Secondo la tradizione gli furono cavati gli occhi ed infatti viene rappresentata con un piattino con le orbite ed un pugnale, divenendo così simbolicamente “La Portatrice di Luce”, quindi la protettrice della vista.

Il giorno di Santa Lucia viene correlato alla rinascita della luce ed alle celebrazioni del solstizio d’inverno, un tempo infatti il calendario antico faceva ricorrere questa festività proprio nei giorni antecedenti il 21 Dicembre, mentre nei paesi nordici il solstizio era celebrato proprio il 13 dicembre.
Un proverbio infatti dice: 
La nòcc de Santa Lüzzea, l’è la piü lüngà che s’ghé seà“ (La notte di Santa Lucia è la più lunga che ci sia).
In diverse in regioni del nord Italia come il Trentino, il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia, l’Emilia e il Veneto (ma anche in Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia) é Santa Lucia che ogni anno porta i doni ai bambini più buoni i quali attendono che la notte Santa Lucia scenda dal cielo con il suo asinello e lasci fuori la porta di casa di ogni bimbo un sacco pieno di doni e dolcetti.

I bambini le scrivono una lettera, elencando i regali che vorrebbero ricevere da lei, raccontandole di essere stati buoni e giudiziosi durante l'anno e, dunque, di meritarseli. In alcuni casi, i doni vengono portati segretamente nelle case, e i bimbi (che si aspettano dei doni e non il carbone riservato ai bambini cattivi) corrono a letto perché se la Santa li vede tirerà loro della cenere o della sabbia negli occhi, accecandoli. Per ingraziarsi la Santa e l'asinello che l'aiuta a portare i doni è uso lasciarle del cibo (solitamente un panino, delle arance, dei mandarini, del latte, del caffè o dei biscotti, ma ciò varia a seconda della tradizione familiare), per l'asinello Tobia (dell'acqua, del fieno, del sale, della crusca o dello zucchero).

Santa Lucia è festeggiata anche nei paesi nordici come Svezia, Finlandia e Danimarca. Essa è rappresentata come una bellissima fanciulla vestita di bianco con una corona di candele. 

In Svezia infatti la sera del 12 dicembre la tradizione vuole che si preparino dei dolciumi e la mattina del 13 dicembre la figlia maggiore si alza prima di tutti e vestita con un lungo abito bianco legato in vita con una cintura rossa ed in capo una corona di foglie con sette candele, svegliando gli altri membri della famiglia e gli servendogli i biscotti cucinati la sera precedente, simboleggiando il passaggio di Santa Lucia. 

Inoltre è tradizione il canto di Luciasången (riadattamento in svedese della canzone di Santa Lucia) dove le bambine sfilano vestite di bianco a simboleggiare le stelle, cantando di casa in casa. Ogni anno è eletta la Santa Lucia di Svezia che parteciperà alla processione a Siracusa.

La Storia
 
Lucia nasce a Siracusa sul finire del III secolo, in un periodo compreso fra il 280 e il 290 d.C. (probabilmente nell’anno 284/285). La sua famiglia nobile e molto ricca è tra le più importanti della città. La madre si chiama Eutichia (in greco, Fortunata). Del padre non si hanno notizie certe.

L’infanzia di Lucia è particolarmente felice sia per la sua fede in Cristo sia  per i notevoli mezzi economici della famiglia. Purtroppo all’età di 5-9 anni rimane orfana del padre e questo evento obbliga Eutichia a provvedere da sola alla sua educazione. Intanto Lucia e la madre sono costrette, per sfuggire alle persecuzioni,  a professare di nascosto la religione cristiana.Lucia,  ancora ragazzina, sebbene non manifesti alcun interesse per il matrimonio, è promessa in sposa dalla madre ad un giovane patrizio.

La serenità della famiglia però è turbata dall’aggravarsi delle continue emorragie di cui soffre Eutichia, per la quale i medici non nutrono speranze di sopravvivenza.

Lucia convince la madre a recarsi in pellegrinaggio a Catania presso la tomba di S. Agata,  in occasione dell’anniversario del suo martirio (secondo la tradizione il 5 febbraio) per chiedere la grazia della guarigione. Giunte a Catania, durante la celebrazione della messa Lucia e la madre sono colpite dalle parole del brano del Vangelo che racconta dell’emoroissa che aveva ricevuto il dono della guarigione toccando il lembo della veste di Gesù.

Dopo la messa, Lucia, mentre Eutichia toccava il sepolcro, a Lucia apparve in visione S. Agata che le disse “Lucia, sorella mia, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi ottenere per tua madre? Ecco, tua madre è già guarita per la tua fede”. Lucia disse alla mamma: “Per l’intercessione di S. Agata, Gesù ti ha guarita” e, pensando che quello era il momento giusto, rivela alla sua mamma l’intenzione di consacrarsi a Gesù, e di voler donare la sua ricca dote nuziale ai poveri: Eutichia tenta di dissuaderla, ma alla fine ne accetta la volontà e la aiuta nella realizzazione dei suoi progetti.

L' elemosina di Santa Lucia (Pasqualino)
La notizia che le due donne vendono i loro averi per distribuirne il ricavato ai poveri si diffonde rapidamente e arriva all’orecchio del pretendente di Lucia (un pagano), il quale chiede spiegazioni ad Eutichia. La donna lo rassicura, dicendogli che la vendita sarebbe servita per un buon investimento. Tranquillizzato, il ragazzo torna a casa, ma quando viene a saper che Lucia è cristiana, preso dall’ira, la denuncia all’arconte di Siracusa Pascasio che subito la fa arrestare.

Durante il processo, Pascasio cerca di convincere Lucia a rinnegare la sua fede e a compiere sacrifici in onore degli dei romani, lei però non cede. Alterato dalle sue risposte, ordina che sia portata in un “luogo infame, dove sarai costretta al disonore” (postribolo), ma quando i soldati tentano di spostarla, Lucia miracolosamente diventa irremovibile.

Pascasio pensa che Lucia sia una strega per questo ordina che sia cosparsa di urina (era antica credenza che l’urina avesse la capacità di annullare magie e sortilegi) e di riprovare a muoverla usando dei buoi. Ma gli animali non riescono a spostarla.

Pascasio pensò che tale prodigio fosse opera di magia ed, infuriatosi, ordinò che fosse trattata come una strega: fu quindi cosparsa di resina e pece e data a fuoco ma le fiamme non la bruciavano. Lucia disse a Pascasio : “Ho pregato il mio Signore Gesù Cristo affinché questo fuoco non mi molestasse per dare ai credenti il coraggio del martirio...

Pascasio, ormai fuori di sé ed in preda alla confusione, vedendo che Lucia, nonostante il fuoco avvolga il suo corpo, sorride e mantiene la calma, ordina ad un soldato di ucciderla con la spada. Il soldato dapprima esita, poi esegue l’ordine e la decapita. Lucia, prima dell’esecuzione, preannunciò la morte di Diocleziano, avvenuta dopo pochi anni, e la fine delle persecuzioni, terminate nel 313 d.C. con l’editto di Costantino.

Vi sono due versioni circa le modalità dell’uccisione di Santa Lucia. Secondo il martyrion greco, il più antico scritto, Lucia fu decapitata  con un colpo di spada (fine riservata ai nobili); secondo la passio latina invece, Lucia fu trafitta alla gola. La prima versione appare la più credibile perché lo scheletro della  Santa presenta la testa staccata dal corpo.

Il seppellimento di Santa Lucia (Caravaggio)

Il 13 dicembre del 304, Lucia muore da martire ed ebbe sepoltura nello stesso luogo dove nel 313 fu costruito un santuario a lei dedicato.

Nel 1039 il generale bizantino Giorgio Maniace trasferì il corpo di S. Lucia da Siracusa a Costantinopoli, per sottrarla al pericolo di invasione della città di Siracusa da parte dei Saraceni. Nel 1204, durante la quarta crociata, il doge di Venezia, Enrico Dandolo, trova a Costantinopoli le spoglie della Santa, le porta a Venezia nel monastero di San Giorgio e nel 1280 le fa trasferire nella chiesa a lei dedicata a Venezia.

Le sacre spoglie della santa siracusana tornarono eccezionalmente a Siracusa per 7 giorni nel dicembre 2004 in occasione del 17° centenario del suo martirio; l'arrivo e la partenza delle spoglie furono salutati da una incredibile folla di siracusani che sperano in un ritorno definitivo.

S. Lucia ha salvato tante volte Siracusa nei suoi momenti più drammatici come carestie, terremoti, guerre; è intervenuta anche in altre città come Brescia che, grazie alla sua intercessione, fu liberata da una grave carestia.

S. Gregorio I Magno (590-604), inserì S. Lucia nel canone della messa romana. Alcune citazioni si ritrovano nella “Summa Teologica” di S. Tommaso d’Aquino.
Dante ne fa il simbolo della Grazia illuminante e si definisce suo fedele. La reputava protettrice della vista e, come racconta nel “Convivio”, si rivolse spesso a Lei per guarire dai disturbi agli occhi.
La leggenda popolare narra, che alla Santa furono strappati gli occhi dalle orbite, per questo alcune iconografie raffigurano la Santa con un vassoio in mano su cui sono posti gli occhi.

La vita di S. Lucia, come spesso accade per i santi dei primi secoli del cristianesimo, è intessuta di elementi leggendari; questi stanno a testimoniare l’enorme venerazione di cui la santa ha goduto e gode sia in Italia che nel mondo.

S. Lucia è Patrona di Siracusa e di molte altre città in Italia e nel mondo: è considerata la protettrice degli occhi, degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini e viene spesso invocata nelle malattie degli occhi.


Preghiere a Santa Lucia

O Santa, che dalla luce hai nome, a Te piena di fiducia ricorriamo affinchè ne impetri una luce sacra, che ci renda santi, per non camminare nelle vie del peccato e per non rimanere avvolti nelle tenebre dell'errore.
 Imploriamo altresì, per tua intercessione, il mantenimento della luce negli occhi con una grazia abbondante per usarli sempre secondo il divino beneplacito, senza alcun detrimento dell'anima.
 Fa, o S. Lucia, che dopo averti venerata e ringraziata, per il tuo efficace patrocinio, su questa terra, arriviamo finalmente a godere con Te in paradiso della luce eterna del divino Agnello, il tuo dolce sposo Gesù.
Amen (composta da papa Pio X)
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O gloriosa Santa Lucia, che alla professione della fede, associasti la gloria del martirio, ottienici di professare apertamente le verità del Vangelo e di camminare con fedeltà secondo gli insegnamenti del Salvatore.
 O Vergine Siracusana, sii luce alla nostra vita e modello di ogni nostra azione, cosicché, dopo averTi imitato qui in terra, possiamo, assieme a Te godere della visione del Signore.
Amen. (composta da Angelo Giuseppe Roncalli al tempo Patriarca di Venezia; divenne poi papa Giovanni XXIII;  oggi è Beato)





fonti:
http://www.vangelodelgiorno.org/
http://www.santaluciaonline.it/
http://www.lachiesa.it/
http://www.radiomaria.it/

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