mercoledì 30 gennaio 2013

Principali Verità della Fede Cristiana - CAPO II: Unità e Trinità di Dio - Catechismo di Pio X

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Parte I
«CREDO » ossia PRINCIPALI VERITÀ 
DELLA FEDE CRISTIANA

CAPO II 
Unità e Trinità di Dio 

Credo in Dio Padre onnipotente...,  
in Gesù Cristo,  
suo unico Figliuolo , Nostro Signore...,  
nello Spirito Santo. 



37. Che significa «Unità di Dio»?  
Unità di Dio significa che c'è un Dio solo.


38. Che significa « Trinità di Dio »? 
Trinità di Dio significa che in Dio sono tre Persone uguali, realmente distinte: Padre, Figliuolo e Spirito Santo.  

39. Che significa «tre Persone realmente distinte»?  
Tre persone realmente distinte significa che in Dio una Persona non è l'altra, pur essendo tutte e tre un Dio solo.  

40. Comprendiamo noi come le tre Persone divine, benchè realmente distinte, sono un Dio 
solo?  
Noi non comprendiamo nè possiamo comprendere come le tre Persone divine, benché realmente distinte, sono un Dio solo: è un mistero.  

41. Qual è la prima Persona della santissima Trinità ?  
La prima Persona della santissima Trinità è il Padre.  

42. Qual è la seconda Persona della santissima Trinità?  
La seconda Persona della santissima Trinità è il Figliuolo.  

43. Qual è la terza Persona della santissima Trinità?  
La terza Persona della santissima Trinità è lo Spirito Santo.  

44. Perchè il Padre il la prima Persona della santissima Trinità?  
Il Padre è la prima Persona della santissima Trinità, perchè non procede da altra persona, e da Lui procedono le altre due, cioè il Figliolo e lo Spirito Santo.  

45. Perchè il Figliuolo è la seconda Persona della santissima Trinità?  
Il Figliuolo è la seconda Persona della santissima Trinità, perché è generato dal Padre, ed è, insieme
col Padre, principio dello Spirito Santo.  

46. Perchè lo Spirito Santo è la terza Persona della santissima Trinità? 
Lo Spirito Santo è la terza Persona della santissima Trinità, perchè procede dal Padre e dal Figliuolo.  

47. Ogni Persona della santissima Trinità è Dio? 
Sì, ogni Persona della santissima Trinità è Dio.  

48. Se ogni Persona divina è Dio, le tre Persone divine sono dunque tre Dei?  
Le tre Persone divine non sono tre Dei, ma un Dio solo; perchè hanno la stessa unica natura o sostanza divina.  

49. Le tre Persone divine sono uguali, o ce n'è una maggiore, più potente è più sapiente?  
Le tre Persone divine essendo un solo Dio, sono uguali in tutto, e hanno egualmente comune ogni 
perfezione e ogni operazione; seb-bene certe perfezioni e le opere corrispondenti si attribuiscano 
più all'una Persona che all'altra, come la potenza e la creazione al Padre.  

50. Il Padre almeno, fu prima del Figliuolo e dello Spirito Santo?  
Il Padre non fu prima del Figliuolo e dello Spirito Santo, perchè le tre Persone divine, avendo 
comune l'unica natura divina che è eterna, sono egualmente eterne.



domenica 27 gennaio 2013

Vangelo della Domenica - Oggi si è compiuta questa Scrittura - Lc 1,1-4; 4,14-21 (27 Gennaio 2013)

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Vangelo - Lc 1,1-4; 4,14-21
Oggi si è compiuta questa Scrittura.

Gesù nella Sinagoga.

+ Dal Vangelo secondo Luca

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.

Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore».

Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».





LETTURE


Prima LetturaNe 8,2-4a.5-6.8-10
Leggevano il libro della legge e ne spiegavano il senso.

Dal libro di Neemìa

In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.

Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza.

Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore.

I leviti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura.
Neemìa, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge.

Poi Neemìa disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza».


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Seconda Lettura 1Cor 12,12-30
Voi siete corpo di Cristo, ognuno secondo la propria parte.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.

E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato?

Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.

Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?

venerdì 25 gennaio 2013

Messaggio di Medjugorje del 25 Gennaio 2013

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- Messaggio di Medjugorje del 25 Gennaio 2013 -

Cari Figli! Anche oggi vi invito alla preghiera. La vostra preghiera sia forte come pietra viva, affinché con le vostre vite diventiate testimoni. 
Testimoniate la bellezza della vostra fede. Io sono con voi e intercedo presso mio Figlio per ognuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.


Per approfondimenti e commenti al messaggio vi invito come sempre a visitare il sito di Radio Maria.


Alcune parole di Padre Livio Fanzaga (direttore di Radio Maria): Cari amici, la Madonna ci invita incessantemente alla preghiera, perchè è l'acqua senza la quale il fiore della fede appassisce e muore. Nella preghiera incontriamo Dio, col quale stringiamo un'amicizia che nessuna tempesta della vita può turbare. Nella preghiera Dio infonde nella nostra anima la sua luce e la sua forza, in modo tale che possiamo essere delle rocce nei marosi della vita. La preghiera ci svela la bellezza e la grandezza della nostra fede e ci rende testimoni convinti e credibili. Lasciamoci guidare dalla Madonna che è la preghiera vivente. Siano lodati Gesù e Maria.





Benedetto XVI - Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: "Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione."

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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
PER LA XLVII GIORNATA MONDIALE
DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI   

"Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione."

Cari fratelli e sorelle,

in prossimità della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 2013, desidero proporvi alcune riflessioni su una realtà sempre più importante che riguarda il modo in cui le persone oggi comunicano tra di loro. Vorrei soffermarmi a considerare lo sviluppo delle reti sociali digitali che stanno contribuendo a far emergere una nuova «agorà», una piazza pubblica e aperta in cui le persone condividono idee, informazioni, opinioni, e dove, inoltre, possono prendere vita nuove relazioni e forme di comunità.

Questi spazi, quando sono valorizzati bene e con equilibrio, contribuiscono a favorire forme di dialogo e di dibattito che, se realizzate con rispetto, attenzione per la privacy, responsabilità e dedizione alla verità, possono rafforzare i legami di unità tra le persone e promuovere efficacemente l’armonia della famiglia umana. Lo scambio di informazioni può diventare vera comunicazione, i collegamenti possono maturare in amicizia, le connessioni agevolare la comunione. Se i network sono chiamati a mettere in atto questa grande potenzialità, le persone che vi partecipano devono sforzarsi di essere autentiche, perché in questi spazi non si condividono solamente idee e informazioni, ma in ultima istanza si comunica se stessi.

Lo sviluppo delle reti sociali richiede impegno: le persone sono coinvolte nel costruire relazioni e trovare amicizia, nel cercare risposte alle loro domande, nel divertirsi, ma anche nell’essere stimolati intellettualmente e nel condividere competenze e conoscenze. I network diventano così, sempre di più, parte del tessuto stesso della società in quanto uniscono le persone sulla base di questi bisogni fondamentali. Le reti sociali sono dunque alimentate da aspirazioni radicate nel cuore dell’uomo.

La cultura dei social network e i cambiamenti nelle forme e negli stili della comunicazione, pongono sfide impegnative a coloro che vogliono parlare di verità e di valori. Spesso, come avviene anche per altri mezzi di comunicazione sociale, il significato e l’efficacia delle differenti forme di espressione sembrano determinati più dalla loro popolarità che dalla loro intrinseca importanza e validità. La popolarità è poi frequentemente connessa alla celebrità o a strategie persuasive piuttosto che alla logica dell’argomentazione. A volte, la voce discreta della ragione può essere sovrastata dal rumore delle eccessive informazioni, e non riesce a destare l’attenzione, che invece viene riservata a quanti si esprimono in maniera più suadente. I social media hanno bisogno, quindi, dell’impegno di tutti coloro che sono consapevoli del valore del dialogo, del dibattito ragionato, dell’argomentazione logica; di persone che cercano di coltivare forme di discorso e di espressione che fanno appello alle più nobili aspirazioni di chi è coinvolto nel processo comunicativo. Dialogo e dibattito possono fiorire e crescere anche quando si conversa e si prendono sul serio coloro che hanno idee diverse dalle nostre. “Costatata la diversità culturale, bisogna fa sì che le persone non solo accettino l’esistenza della cultura dell’altro, ma aspirino anche a venire arricchite da essa e ad offrirle ciò che si possiede di bene, di vero e di bello” (Discorso nell’Incontro con il mondo della cultura, Belém, Lisbona, 12 maggio 2010).

La sfida che i network sociali devono affrontare è quella di essere davvero inclusivi: allora essi beneficeranno della piena partecipazione dei credenti che desiderano condividere il Messaggio di Gesù e i valori della dignità umana, che il suo insegnamento promuove. I credenti, infatti, avvertono sempre più che se la Buona Notizia non è fatta conoscere anche nell’ambiente digitale, potrebbe essere assente nell’esperienza di molti per i quali questo spazio esistenziale è importante. L’ambiente digitale non è un mondo parallelo o puramente virtuale, ma è parte della realtà quotidiana di molte persone, specialmente dei più giovani. I network sociali sono il frutto dell’interazione umana, ma essi, a loro volta, danno forme nuove alle dinamiche della comunicazione che crea rapporti: una comprensione attenta di questo ambiente è dunque il prerequisito per una significativa presenza all’interno di esso.

La capacità di utilizzare i nuovi linguaggi è richiesta non tanto per essere al passo coi tempi, ma proprio per permettere all’infinita ricchezza del Vangelo di trovare forme di espressione che siano in grado di raggiungere le menti e i cuori di tutti. Nell’ambiente digitale la parola scritta si trova spesso accompagnata da immagini e suoni. Una comunicazione efficace, come le parabole di Gesù, richiede il coinvolgimento dell’immaginazione e della sensibilità affettiva di coloro che vogliamo invitare a un incontro col mistero dell’amore di Dio. Del resto sappiamo che la tradizione cristiana è da sempre ricca di segni e simboli: penso, ad esempio, alla croce, alle icone, alle immagini della Vergine Maria, al presepe, alle vetrate e ai dipinti delle chiese. Una parte consistente del patrimonio artistico dell’umanità è stato realizzato da artisti e musicisti che hanno cercato di esprimere le verità della fede.

L’autenticità dei credenti nei network sociali è messa in evidenza dalla condivisione della sorgente profonda della loro speranza e della loro gioia: la fede nel Dio ricco di misericordia e di amore rivelato in Cristo Gesù. Tale condivisione consiste non soltanto nell’esplicita espressione di fede, ma anche nella testimonianza, cioè nel modo in cui si comunicano “scelte, preferenze, giudizi che siano profondamente coerenti con il Vangelo, anche quando di esso non si parla in forma esplicita” (Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 2011). Un modo particolarmente significativo di rendere testimonianza sarà la volontà di donare se stessi agli altri attraverso la disponibilità a coinvolgersi pazientemente e con rispetto nelle loro domande e nei loro dubbi, nel cammino di ricerca della verità e del senso dell’esistenza umana. L’emergere nelle reti sociali del dialogo circa la fede e il credere conferma l’importanza e la rilevanza della religione nel dibattito pubblico e sociale.

Per coloro che hanno accolto con cuore aperto il dono della fede, la risposta più radicale alle domande dell’uomo circa l’amore, la verità e il significato della vita – questioni che non sono affatto assenti nei social network – si trova nella persona di Gesù Cristo. E’ naturale che chi ha la fede desideri, con rispetto e sensibilità, condividerla con coloro che incontra nell’ambiente digitale. In definitiva, però, se la nostra condivisione del Vangelo è capace di dare buoni frutti, è sempre grazie alla forza propria della Parola di Dio di toccare i cuori, prima ancora di ogni nostro sforzo. La fiducia nella potenza dell’azione di Dio deve superare sempre ogni sicurezza posta sull’utilizzo dei mezzi umani. Anche nell’ambiente digitale, dove è facile che si levino voci dai toni troppo accesi e conflittuali, e dove a volte il sensazionalismo rischia di prevalere, siamo chiamati a un attento discernimento. E ricordiamo, a questo proposito, che Elia riconobbe la voce di Dio non nel vento impetuoso e gagliardo, né nel terremoto o nel fuoco, ma nel «sussurro di una brezza leggera» (1 Re 19,11-12). Dobbiamo confidare nel fatto che i fondamentali desideri dell’uomo di amare e di essere amato, di trovare significato e verità - che Dio stesso ha messo nel cuore dell’essere umano - mantengono anche le donne e gli uomini del nostro tempo sempre e comunque aperti a ciò che il beato Cardinale Newman chiamava la “luce gentile” della fede.

I social network, oltre che strumento di evangelizzazione, possono essere un fattore di sviluppo umano. Ad esempio, in alcuni contesti geografici e culturali dove i cristiani si sentono isolati, le reti sociali possono rafforzare il senso della loro effettiva unità con la comunità universale dei credenti. Le reti facilitano la condivisione delle risorse spirituali e liturgiche, rendendo le persone in grado di pregare con un rinvigorito senso di prossimità a coloro che professano la loro stessa fede. Il coinvolgimento autentico e interattivo con le domande e i dubbi di coloro che sono lontani dalla fede, ci deve far sentire la necessità di alimentare con la preghiera e la riflessione la nostra fede nella presenza di Dio, come pure la nostra carità operosa: “se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita” (1 Cor 13,1).

Esistono reti sociali che nell’ambiente digitale offrono all’uomo di oggi occasioni di preghiera, meditazione o condivisione della Parola di Dio. Ma queste reti possono anche aprire le porte ad altre dimensioni della fede. Molte persone stanno, infatti, scoprendo, proprio grazie a un contatto avvenuto inizialmente on line, l’importanza dell’incontro diretto, di esperienze di comunità o anche di pellegrinaggio, elementi sempre importanti nel cammino di fede. Cercando di rendere il Vangelo presente nell’ambiente digitale, noi possiamo invitare le persone a vivere incontri di preghiera o celebrazioni liturgiche in luoghi concreti quali chiese o cappelle. Non ci dovrebbe essere mancanza di coerenza o di unità nell’espressione della nostra fede e nella nostra testimonianza del Vangelo nella realtà in cui siamo chiamati a vivere, sia essa fisica, sia essa digitale. Quando siamo presenti agli altri, in qualunque modo, noi siamo chiamati a far conoscere l’amore di Dio sino agli estremi confini della terra.

Prego che lo Spirito di Dio vi accompagni e vi illumini sempre, mentre benedico di cuore tutti voi, così che possiate essere davvero araldi e testimoni del Vangelo. “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16, 15).

Dal Vaticano, 24 gennaio 2013, Festa di san Francesco di Sales


BENEDICTUS PP. XVI

Fonte: http://www.vatican.va/

martedì 22 gennaio 2013

Valori non negoziabili: quali sono?

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La vita della società si fonda su alcuni principi-valori naturali, appunto non negoziabili: i primi e principali sono la dignità della vita umana dal concepimento alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e la libertà di educazione. Si tratta di contenuti non negoziabili perché indicano i pilastri su cui viene edificata la società.

Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l’interesse principale dei suoi interventi nella vita pubblica si centra sulla protezione e sulla promozione della dignità della persona e per questo presta particolare attenzione ai principi che non sono negoziabili.

Tra questi, oggi emergono chiaramente i seguenti:

• Protezione della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento del suo concepimento fino alla morte naturale:

Dinanzi a queste esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili, infatti, i credenti devono sapere che è in gioco l'essenza dell'ordine morale, che riguarda il bene integrale della personaÈ questo il caso delle leggi civili in materia di aborto e di eutanasia (da non confondersi con la rinuncia all'accanimento terapeutico, la quale è,  anche moralmente, legittima), che devono tutelare il diritto primario alla vita a partire dal suo concepimento fino al suo termine naturale. Allo stesso modo occorre ribadire il dovere di rispettare e proteggere i diritti dell'embrione umano.

• Riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia, come unione tra un uomo e una donna fondata sul matrimonio, e la sua difesa di fronte ai tentativi di far sì che sia giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che in realtà la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo ruolo sociale insostituibile:

Analogamente, devono essere salvaguardate la tutela e la promozione della famiglia, fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso e protetta nella sua unità e stabilità, a fronte delle moderne leggi sul divorzio: ad essa non possono essere giuridicamente equiparate in alcun modo altre forme di convivenza, né queste possono ricevere in quanto tali un riconoscimento legale.

• La protezione del diritto dei genitori ad educare i loro figli:

Così pure la garanzia della libertà di educazione ai genitori per i propri figli è un diritto inalienabile, riconosciuto tra l'altro nelle Dichiarazioni internazionali dei diritti umani. Alla stessa stregua, si deve pensare alla tutela sociale dei minori e alla liberazione delle vittime dalle moderne forme di schiavitù (si pensi, ad esempio, alla droga e allo sfruttamento della prostituzione). Non può essere esente da questo elenco il diritto alla libertà religiosa e lo sviluppo per un'economia che sia al servizio della persona e del bene comune, nel rispetto della giustizia sociale, del principio di solidarietà umana e di quello di sussidiarietà, secondo il quale "i diritti delle persone, delle famiglie e dei gruppi, e il loro esercizio devono essere riconosciuti"».

Benedetto XVI: "Questi principi non sono verità di fede anche se ricevono ulteriore luce e conferma dalla fede. Essi sono iscritti nella natura umana stessa e quindi sono comuni a tutta l'umanità. L'azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Questa azione è anzi ancor più necessaria nella misura in cui questi principi sono negati o fraintesi, perché in questo modo si compie un’offesa alla verità della persona umana, una grave ferita provocata alla giustizia stessa.  Cari amici, esortandovi ad essere testimoni credibili e coerenti di queste verità fondamentali con la vostra attività politica, e in modo ancor più fondamentale con il vostro impegno a vivere in modo autentico e coerente, invoco su di voi e sul vostro lavoro la continua assistenza di Dio, in pegno del quale imparto a voi e a quanti vi accompagnano la mia benedizione.(CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 30 marzo 2006 - Aula della Benedizione del Palazzo Apostolico Vaticano)  


L'espressione "Principi non negoziabili" 
  • L'espressione "principî non negoziabili" viene ripresa con maggior forza in un documento del Magistero del Pontefice, per la precisione nell'Esortazione apostolica postsinodale Sacramentum Caritatis (incentrata sull'Eucarestia):

"Il culto gradito a Dio, infatti, non è mai atto meramente privato, senza conseguenze sulle nostre relazioni sociali: esso richiede la pubblica testimonianza della propria fede. Ciò vale ovviamente per tutti i battezzati, ma si impone con particolare urgenza nei confronti di coloro che, per la posizione sociale o politica che occupano, devono prendere decisioni a proposito di valori fondamentali, come il rispetto e la difesa della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la libertà di educazione dei figli e la promozione del bene comune in tutte le sue forme.(230) Tali valori non sono negoziabili." (SC 83) 


  • Il termine «principi non negoziabili» viene usato per la prima volta dal Papa, se bene ricordo, nel discorso del 30 marzo 2006 a membri del Partito Popolare Europeo e verrà indirettamente ribadito il 24 marzo del 2007 ai partecipanti al Congresso promosso dalla Commissione degli episcopati della comunità europea. In questo discorso il Papa affronta il tema del compromesso, così frequente nella vita politica di una società pluralista, con parole importanti: «L’Europa si guardi da quell’atteggiamento pragmatico, oggi largamente diffuso, che giustifica sistematicamente il compromesso sui valori umani essenziali, come se fosse l’inevitabile accettazione di un presunto male minore. Tale pragmatismo, presentato come equilibrato e realista, in fondo tale non è, proprio perché nega quella dimensione valoriale ed ideale, che è inerente alla natura umana. Quando, poi, su un tale pragmatismo si innestano tendenze e correnti laicistiche e relativistiche, si finisce per negare ai cristiani il diritto stesso d’intervenire come tali nel dibattito pubblico o, per lo meno, se ne squalifica il contributo con l’accusa di voler tutelare ingiustificati privilegi». 
L'impegno dei cattolici in politica

«Quando l'azione politica viene a confrontarsi con principi morali che non ammettono deroghe, eccezioni o compromesso alcuno, allora l'impegno dei cattolici si fa più evidente e carico di responsabilità. In questa epoca, il cattolico impegnato in politica o elettore è tenuto a scegliere quali valori privilegiare e quali candidati premiare con il suo voto. E il criterio per compiere queste scelte, afferma il Magistero della Chiesa, consiste proprio nel privilegiare alcuni principi fra quelli che costituiscono il corpo della dottrina sociale della Chiesa, appunto quelli strettamente legati alla natura umana. Così diritto alla vita, centralità della famiglia fondata sul matrimonio indissolubile fra uomo e donna e libertà di educazione (cioè diritto dei genitori di scegliere il percorso educativo dei figli, che comporta la parità scolastica) nonché libertà religiosa della persona contro ogni persecuzione, sono diventati appunto i “principi non negoziabili”. Ciò significa che un uomo politico che ha responsabilità pubbliche e un elettore che deve scegliere chi votare devono metterli avanti a ogni altra considerazione. Così è scritto nella Nota sull’impegno politico dei cattolici della Congregazione per la Dottrina della Fede che, lungi dal favorire disarmo e distacco dei cattolici dalla politica, rappresenta un invito all’impegno e a scegliere bene, ma privilegiando nella scelta questi criteri: votare soltanto coloro che non hanno avuto alcun timore nello stare dalla parte della verità, anche quando questo può provocare difficoltà o persecuzioni. (Congregazione per la Dottrina della Fede, Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, 24 novembre 2002).

«I responsabili politici, di cui il grave dovere è quello di servire il bene comune, così come tutti i medici e le famiglie devono ricordarsi che la decisione deliberata di privare un essere umano Innocente della sua vita è sempre malvagia dal punto di vista morale e non può mai essere lecita»
(Benedetto XVI, ricevendo le credenziali del nuovo ambasciatore del Lussemburgo presso la Santa Sede, Paul Duhr, 18 dicembre 2008).












fonti:

http://www.iltimone.org/
http://www.bastabugie.it
http://www.europaoggi.it/
http://www.culturacattolica.it/



domenica 20 gennaio 2013

Vangelo della Domenica - Le nozze di Cana - Gv 2,1-11

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Vangelo - Gv 2,1-11

Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù.


Il Miracolo delle nozze di Cana

Dal Vangelo secondo Giovanni



In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.

Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.

Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».

Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.


lunedì 14 gennaio 2013

La Dottrina Cristiana - Catechismo di Pio X

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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA (detto di Pio X)


LA DOTTRINA CRISTIANA 

Questa è l'eterna vita, che conoscano Te, 
l'unico vero Dio, e Colui cha hai mandato, Gesù Cristo. 
(Giov., XVII, 3.) 
Chi si accosta a Dio deve credere 
che Egli è e che premia quelli che lo cercano. 
(Ebr., XI, 6) 

1. Chi ci ha creato? 
Ci ha creato Dio.

2. Chi è Dio?
Dio é l'Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra.

3. Che significa « perfettissimo » ?
Perfettissimo significa che in Dio è ogni perfezione, senza difetto e senza limiti, ossia che Egli é potenza, sapienza e bontà infinita.

4. Che significa « Creatore » ? 
Creatore significa che Dio ha fatto dal nulla tutte le cose.

5. Che significa «Signore » ? 
Signore significa che Dio é padrone assoluto di tutte le cose.

6. Dio ha corpo come noi? 
Dio non ha corpo, ma è purissimo spirito.

7. Dov'è Dio? 
Dio é in cielo, in terra e in ogni luogo: Egli é 1'Immenso.

8. Dio è sempre stato? 
Dio è sempre stato e sempre sarà: Egli è l'Eterno.

9. Dio sa tutto? 
Dio sa tutto, anche i nostri pensieri: Egli é l'Onnisciente

10. Dio può far tutto? 
Dio può far tutto ciò che vuole: Egli é l'Onnipotente.

11. Dio può fare anche il male? 
Dio non può fare il male, perchè non può volerlo, essendo bontà infinita.

12. Dio ha cura delle cose create?
Dio ha cura e provvidenza delle cose create, e le conserva e dirige tutte al proprio fine, con sapienza, bontà' e giustizia infinita.

13. Per qual fine Dio ci ha creati?
Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell'altra, in paradiso.

14. Che cos'è il paradiso? 
Il paradiso è il godimento eterno di Dio, nostra felicità, e, in Lui, di ogni altro bene, senza alcun male.

15. Chi merita il paradiso? 
Merita il paradiso chi è buono, ossia chi ama e serve fedelmente, Dio, e muore nella sua grazia.

16. I cattivi che non servono Dio e muoiono in peccato mortale, che cosa meritano? 
I cattivi che non servono Dio e muoiono in .peccato mortale, meritano l'inferno.

17. Che cos'è l'inferno? 
L'inferno è il patimento eterno della privazione di Dio, nostra felicità, e del fuoco, con ogni altro male senza alcun bene.

18. Perchè Dio premia i buoni e castiga i cattivi?
Dio premia i buoni e castiga i cattivi, perché è la giustizia infinita; ma lo tollera per lasciar libere le creature, sapendo poi ricavare il bene anche dal male.

19. Dio è uno solo? 
Dio è uno solo, ma in tre Persone uguali e distinte, che sono la santissima Trinità.

20. Come si chiamano le tre Persone della santissima Trinità? 
Le tre Persone della santissima Trinità si chiamano Padre, Figliuolo e Spirito Santo.

21. Delle tre Persone della santissima Trinità si è incarnata e fatta uomo alcuna?
Delle tre Persone della santissima Trinità si è incarnata e fatta uomo la seconda, cioè il Figliuolo.

22. Come si chiama il Figliuolo di Dio fatto uomo? 
Il Figliolo di Dio fatto uomo si chiama Gesù Cristo.

23. Chi è Gesù Cristo?  
Gesù Cristo è la seconda Persona della santissima Trinità, cioè il Figliolo di Dio fatto uomo.

24. Gesù Cristo è Dio e uomo? 
Sì, Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo.

25. Perchè il Figliuolo di Dio si fece uomo?  
Il Figliuolo di Dio si fece, uomo per salvarci, cioè per redimerci dal peccato e riacquistarci il
paradiso.

26. Che fece Gesù Cristo per salvarci? 
Gesù Cristo per salvarci soddisfece per i nostri peccati patendo sacrificando se stesso sulla Croce, e
c'insegnò a vivere secondo Dio.

27. Per vivere secondo Dio, che cosa dobbiamo fare?
Per vivere secondo Dio, dobbiamo CREDERE LE VERITA RIVELATE da Lui e OSSERVARE I
SUOI COMANDAMENTI, con l'aiuto della sua GRAZIA, che si ottiene mediante I
SACRAMENTI e L'ORAZIONE.

PREGHIAMO
O Dio, concedici la grazia di pensare e di fare ciò che è retto, sì che noi, i quali senza di te non
possiamo esistere, riusciamo a vivere secondo te (t). Te ne supplichiamo per il tuo Figliuolo Gesù
Cristo, nostro Signore. Così sia.
(t) Orazione della Domenica VIII dopo la Pentecoste.


Catechismo di Pio X - Indice

domenica 13 gennaio 2013

Vangelo della Domenica - Battesimo di Gesù - Lc 3,15-16.21-22 (13 Gennaio 2013)

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Vangelo - Lc 3,15-16.21-22

Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.

Battesimo di Gesù

Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».

Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

sabato 12 gennaio 2013

Principali Verità della Fede Cristiana - CAPO I - Catechismo di Pio X

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Parte I
«CREDO » ossia PRINCIPALI VERITÀ 
DELLA FEDE CRISTIANA

CAPO I 
Misteri principali 
Segno della santa Croce.  

Senza la fede è impossibile piacere a Dio
(Ebr, XI, 6.)

28. Quali sono le verità rivelate da Dio?  
Le verità rivelate da Dio sono principalmente quelle compendiate nel Credo o Simbolo apostolico, e si chiamano verità di fede, perché dobbiamo crederle con piena fede come insegnate da Dio, il quale né s'inganna né può ingannare.

29. Che cos'è il « Credo » o « Simbolo apostolico » ?  
II Credo o Simbolo apostolico é una professione dei misteri principali e di altre verità rivelate da Dio per mezzo di Gesù Cristo e degli Apostoli, e insegnate dalla Chiesa.

30. Che cos'è mistero?  
Mistero é una verità superiore ma non contraria alla ragione, che crediamo perché Dio l'ha rivelata.

31. Quali sono i misteri principali della Fede professati nel Credo?
I misteri principali della Fede professati nel Credo sono due: l'Unità e Trinità di Dio; l'Incarnazione, Passione e Morte del Nostro Signor Gesù Cristo.

32. I due misteri principali della Fede li professiamo ed esprimiamo anche in altra maniera?  
Professiamo ed esprimiamo i due misteri principali della Fede anche col segno della Croce, che
perciò è il segno del cristiano.

33. Come si fa il segno della Croce?
Il segno della Croce si fa portando la mano destra alla fronte, e dicendo: In nome del Padre; poi al petto, dicendo: e del Figliuolo; quindi alla .spalla sinistra e alla destra, dicendo: e dello Spirito Santo; e si termina con le parole Così sia.

34. Nel segno della Croce, come esprimiamo noi i due misteri principali della Fede?
Nel segno della Croce, con le parole esprimiamo l'Unità e Tri-nità di Dio, e con la figura della croce la Passione e la Morte del Nostro Signor Gesù Cristo.


35. E' utile fare il segno della Croce?  
E' utilissimo fare il segno della Croce spesso e devotamente, perchè è atto esterno di fede, che ravviva in noi questa virtù, vince il rispetto umano e le tentazioni, e ci ottiene grazie da Dio.

36. Quando è bene fare il segno della Croce?  
È sempre bene fare il segno della Croce, ma specialmente prima e dopo ogni atto di religione, prima
e dopo il cibo e il riposo, e nei pericoli dell'anima e del corpo.

Prime preghiere e formule da sapersi a memoria 2/2 - Catechismo di San Pio X

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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA (detto di Pio X)


PRIME PREGHIERE E FORMULE  
DA SAPERSI A MEMORIA
(parte seconda) 
Queste cose medita, 
in queste sta fisso,  
affinché sia manifesto a tutti  
il tuo avanzamento 
(1 Tim, IV,25) 


13 I DUE MISTERI PRINCIPALI DELLA FEDE.
1)Unità e Trinità di Dio ;
2)Incarnazione, Passione e Morte del Nostro Signore Gesù Cristo.


14 I DUE COMANDAMENTI DELLA CARITA'. 
1) Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
2° Amerai il prossimo tuo come te stesso.

15 I DIECI COMANDAMENTI di Dio o Decalogo.
Io sono il Signore Dio tuo
1° Non avrai altro Dio fuori che me.
2° Non nominare il nome di Dio invano.
3° Ricordati di santificare le feste.
4° Onora il padre e la madre.
5° Non ammazzare.
6° Non commettere atti impuri.
7° Non rubare.
8° Non dire falsa testimonianza.
9° Non desiderare la donna d'altri.
10° Non desiderare la roba d'altri.

16 I CINQUE PRECETTI GENERALI DELLA CHIESA.
1° Udir la Messa la domenica e le altre feste comandate.
2° Non mangiar carne nel venerdì e negli altri giorni proibiti, e digiunare nei giorni prescritti.
3° Confessarsi almeno una volta l'anno, e comunicarsi almeno a Pasqua.
4° Sovvenire alle necessità della Chiesa contribuendo secondo le leggi o le usanze.
5° Non celebrar solennemente le nozze nei tempi proibiti.

17 I SETTE SACRAMENTI.  
1)Battesimo, 2) Cresima, 3) Eucaristia, 4) Penitenza, 5) Estrema Unzione, 6) Ordine, 7)Matrimonio.

18 I SETTE DONI DELLO SPIRITO SANTO.  
1) Sapienza, 2) intelletto, 3) consiglio, 4) fortezza, 5) scien-za, 6) pietà, 7) timor di Dio.

19 LE TRE VIRTU' TEOLOGALI.  
1)Fede, 2) speranza, 3) carità.

20 LE QUATTRO VIRTÙ CARDINALI. 
1) Prudenza, 2) giustizia, 3) fortezza, 4) temperanza.

21 LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE.
1) Dar da mangiare agli affamati;
2) dar da bere agli assetati;
3) vestire gl'ignudi;
4) alloggiare i pellegrini;
5) visitare gl'infermi;
6) visitare i carcerati;
7) seppellire i morti.

22 LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALE.  
1) Consigliare i dubbiosi ;
2) insegnare agli ignoranti;
3) ammonire i peccatori ;
4) consolare gli afflitti;
5) perdonare le offese;
6) sopportare pazientemente le persone moleste;
7) pregare Dio per i vivi e per i morti.

23 I SETTE VIZI CAPITALI.  
1) Superbia, 2) avarizia, 3) lussuria, 4) ira, 5) gola, 6) invidia, 7) accidia.

24 I SEI PECCATI CONTRO LO SPIRITO SANTO.
1)Disperazione della salute;
2) presunzione di sal-varsi senza merito;
3) impugnare la verità conosciuta;
4) invidia della grazia altrui;
5) ostinazione nei peccati;
6) impenitenza finale.


25 I QUATTRO PECCATI CHE GRIDANO VENDETTA AL COSPETTO DI DIO.  
1) Omicidio volontario;
2) peccato impuro contro natura;
3) oppressione dei poveri;
4) defraudare la mercede agli operai

26 I QUATTRO NOVISSIMI.  
1) Morte, 2) giudizio, 3) inferno, 4) paradiso.


Prime preghiere e formule da sapersi a memoria (parte prima)

Catechismo di Pio X - Indice

Prime preghiere e formule da sapersi a memoria 1/2 - Catechismo di Pio X

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Cominciamo la presentazione del CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA (detto di Pio X)


PRIME PREGHIERE E FORMULE  
DA SAPERSI A MEMORIA 
(parte prima)
Queste cose medita, 
in queste sta fisso,  
affinché sia manifesto a tutti  
il tuo avanzamento 
(1 Tim, IV,25) 
1 SEGNO DELLA CROCE.
In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.  
In nome del Padre, e del Figlio e dello Santo Santo. Così sia.

2 CREDO o Simbolo apostolico.  
Credo in Deum Patrem omnipoténtem, Creatórem caeli et terrae ; et in Iesum Christum, Filium eius únicum, Dóminum nostrum, qui concéptus est de Spiritu Sancto, natus ex Maria Vírgine, passus sub Póntio Piláto, crucifixus, mórtuus et sepúltus: descéndit ad ínferos: tértia die resurréxit a mórtuis: 
ascéndit ad caelos, sedet ad déxteram Dei Patris omnipoténtis: inde ventúrus est iudicáre vivos et mórtùos. Credo in Spiritum Sanctum, sanctam Ecclésiam cathólicam, sanctórum, communiónem, remissiónem peccatórum, carnis resurrectiónem, vitam aetérnam. Amen.
Io credo in Dio Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figliuolo, Nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì
sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morto e seppellito, discese all'inferno, il terzo giorno risuscitò da morte, salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente, di là ha da venire a giudicare í vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Così sia.

3 PATER NOSTER o Orazione domenicale.  
Pater noster qui es in caelis, sanctificétur nomen tuum: advéniat regnum tuum: fiat volúntas tua, sicut in caelo et in terra. Panem nostrum quotidiànum da nobis hódie, et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris ; et ne nos indúcas in tentatiónem, sed libera nos a malo. Amen.  
Padre nostro che sei ne' cieli, sia santificato il tuo nome: venga il tuo regno: sia fatta la tua volontà, come in cielo cosi in terra. Dacci oggi il nostro pane quoti diano, e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimet-tiamo ai nostri debitori; e non c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Così sia.

4 GLORIA PATRI.  
Gloria Patri et Fílio ed Spirítui Sancto, sicut erat in principio, et nunc, et sernper, et in saécula saeculórum. Amen.
Gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo, come era nel principio, e ora, e sempre, e nei secoli dei Così sia.

5 AVE MARIA o Salutazione angelica.  
Ave, Maria, gràtia plena: Dóminus tecum: bene-dícta tu in muliéribus, et benedíctus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatóribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.  

Ave, o Maria, piena di grazia: il Signore é teco: tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del ventre tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Così sia.

6 - SALVE REGINA. 
Salve, Regina, mater misericórdiae; vita, dulcédo et spes nostra, salve. Ad te clamàmus, éxsules fílii Hevae. Ad te suspiràmus geméntes et flentes in hac lacrimárum valle. Eia ergo, advocáta nostra, illos tuos misericórdes oculos ad nos converte. Et Iesum, benedíctum fructus ventris tui, nobis post hoc exsílium osténde. O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria.  
Salve, o Regina, madre di misericordia; vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo esuli figli di Eva; gementi e piangenti in questa valle di lacrime a te sospi-riamo. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. .E mostraci dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del ventre tuo, o clemente, o pietosa, o dolce Vergine Maria.

7 ANGELE DEI.
Angele Dei, cui custos es mei, me tibi commíssum pietáte supérna illúmina, custódi, rege et gubérna. Amen.  
Angelo chi Dio, che sei il mio custode, illumina, custo-disci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Così sia.

8 REQUIEM AETERNAM per i fedeli defunti.  
Réquiem aetérnam dona eis, Dómine, et lux perpétua lúceat eis. Requiéscant in pace. Amen.
L'eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Così sia.

9 ATTO DI FEDE.  
Mio Dio, credo fermamente quanto voi, infallibile Verità, avete rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere. Ed espressamente credo in Voi, unico, vero Dio in tre Persone uguali e distinte, Padre, Figliuolo e Spirito Santo; e nel Figliuolo incarnato e morto per noi, Gesù Cristo, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna. Conforme a questa Fede voglio sempre vivere. Signore, accrescete la mia fede.

10 ATTO DI SPERANZA.  
Mio Dio, spero dalla bontà vostra, per le vostre promesse e per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salva-tore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere, che io debbo e voglio fare. Si-gnore, che io non resti confuso in eterno.

11 ATTO DI CARITA'.  
Mio Dio, amo con tutto il cuore sopra, ogni cosa voi, Bene infinito e nostra eterna felicità; e per amor vostro amo il prossimo mio come me stesso, e perdono le offese ricevute. Signore, fate ch'io vi ami sempre più.

12 ATTO DI DOLORE.
Mio Dio, mi pento con tutto il cuore de' miei peccati, e li odio e detesto, come offesa della vostra Maestà infinita, cagione della morte del vostro divin Fígliuolo Gesù, e mia spirituale rovina. Non voglio più commet-terne in avvenire e propongo di fuggirne le occasioni. Signore, misericordia, perdonatemi.

Prime preghiere e formule da sapersi a memoria (parte seconda)

Catechismo di Pio X - Indice 

venerdì 11 gennaio 2013

Catechismo di San Pio X - Indice generale e breve presentazione.

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Oggi cominciamo un nuovo viaggio, alla scoperta del Catechismo di San Pio X. Nel 1905, San Pio X promulgò una versione rivista di un catechismo del 1765, che chiamò Compendio della dottrina ristiana e che attualmente è noto come Catechismo Maggiore. Nell’ottobre del 1912 lo stesso Pontefice pubblicò un nuovo catechismo, di impostazione differente dal primo, più breve (433 domande e risposte) e a carattere più pedagogico, chiamato Catechismo della dottrina cristiana. Questo testo, edito in numerose edizioni e dalla diffusione ininterrotta, ha formato più generazioni del ’900, almeno fino al Concilio.


Nella lettera di approvazione del nuovo catechismo, che doveva sostituire il vecchio, San Pio X scriveva:

Papa Pio X
«Fin dai primordi del nostro Pontificato rivolgemmo la massima cura all’istruzione religiosa del popolo cristiano e in particolare dei fanciulli, persuasi che gran parte dei mali che affliggono la Chiesa provengono dall’ignoranza della sua dottrina e delle sue leggi […]. Esortiamo vivamente nel Signore tutti i catechisti, ora che la brevità stessa del testo ne agevola il lavoro, a volere con tanto maggiore cura spiegare e far penetrare nelle anime dei giovanetti la dottrina cristiana, quanto maggiore è oggidì il bisogno d’una soda istruzione religiosa, per il dilagare dell’empietà e dell’immoralità. Ricordino sempre che il frutto del Catechismo dipende quasi totalmente dal loro zelo e dalla loro intelligenza e maestria nel rendere l’insegnamento più lieve e gradito agli alunni».

Il Catechismo di san Pio X è una perfetta sintesi della dottrina cattolica che Papa Sarto fece realizzare elaborando un testo che egli, aveva scritto, in qualità di Vescovo di Mantova. Fu parroco e catechista e per tale ragione comprese tutta l’importanza dell’insegnamento della dottrina: la prima pietra per edificare la dimora cristiana di ciascuna anima.

Beato Giacomo Alberione
Scriveva il beato Giacomo Alberione: «Oggi occorre (…) tener presente che si acuisce sempre più la lotta pro e contro Cristo: e che la vittoria dipende dall’istruzione religiosa; (…) Il catechista pio, istruito, esemplare; il catechista che conosce bene ciò che deve insegnare ed il modo d’insegnare; il catechista che sa organizzare la sua classe e le classi; il catechista che soprattutto ama le anime e nulla risparmia per esse (…) opererà un grande bene tra la gioventù e gli adulti, nonostante tutte le accresciute difficoltà di oggi, che sono realmente tante e gravi».

Ha cento anni ma non li dimostra, ha formato generazioni di cattolici con un geniale sistema di domande e risposte da memorizzare. Dal giorno in cui venne messo da parte (negli anni successivi al Concilio Vaticano II) è iniziato il cosiddetto "inverno dottrinale" delle nuove generazioni. Ma nel 2003, in un'intervista al settimanale "30 giorni" l'allora cardinale Joseph Ratzinger dichiarò: "«La fede come tale è sempre identica. Quindi anche il Catechismo di san Pio X conserva sempre il suo valore. (…) questo non esclude che ci possano essere persone o gruppi di persone che si sentano più a loro agio col Catechismo di san Pio X. (…) Il Catechismo di san Pio X potrà avere anche in futuro degli amici».".

L’ora et labora di san Benedetto ha costruito nel silenzio e nel fervore la civiltà cristiana e quindi quell’Europa di cui oggi si colgono le ultime luci. In questi tempi di disorientamento e di trionfo di ogni relativismo, lo studio della parte essenziale del Catechismo di san Pio X può contribuire alla formazione di cattolici dottrinalmente solidi, determinati a resistere e a costruire, novelli monaci di fronte ai nuovi barbari.

Urge pertanto un recupero di questo Catechismo che sancì un linguaggio ed una formulazione unitari della dottrina cattolica con la geniale idea di formulare domande brevi con relative risposte incisive ed essenziali in un linguaggio appropriato ma facilmente comprensibile.

Questa la struttura del Catechismo:


PRIME PREGHIERE E FORMULE  DA SAPERSI A MEMORIA 

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Parte I «CREDO » 
ossia 
PRINCIPALI VERITÀ DELLA FEDE CRISTIANA

  1. CAPO I Misteri principali - Segno della santa Croce.  
  2. CAPO II Unità e Trinità di Dio.
  3. CAPO III Creazione del mondo - Origine e caduta dell'uomo.
  4. CAPO IV Incarnazione, Passione e Morte del Figliolo di Dio.
  5. CAPO V Venuta di Gesù Cristo alla fine del mondo. I due giudizi, particolare e universale.
  6. CAPO VI Chiesa Cattolica - Comunione dei Santi.  
  7. CAPO VII Remissione dei peccati - Peccato.  
  8. Capo VIII  Resurrezione della carne - Vita eterna - Amen.

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PARTE II
COMANDAMENTI DI DIO - PRECETTI DELLA CHIESA 
VIRTU' ossia MORALE CRISTIANA

  1. Capo I Comandamenti di Dio (§ 1. Comandamenti di Dio in generale. -  § 2. Comandamenti dl Dio in particolare.)
  2. Capo II Precetti generali della Chiesa.
  3. Capo III Virtù (§ 1. Virtù in generale - Virtù teologali .- § 2 - Esercizio degli atti di fede, di speranza e di carità. Consigli evangelici § 3. Virtù morale e vizio - Beatitudini evangeliche

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PARTE III
MEZZI DELLA GRAZIA 
Sezione I - Sacramenti o mezzi produttivi

  1. Capo I Sacramenti in generale.
  2. Capo II Battesimo.
  3. Capo III Cresima o Confermazione.
  4. Capo IV Eucaristia (§ 1. Sacramento, istituzione, fine. - § 2. Presenza reale di Gesù Cristo nell'Eucaristia. - § 3. Santa comunione, disposizioni, obbligo, effetti. - § 4. Santo Sacrificio della Messa.)
  5. Capo V Penitenza (§ 1. Sacramento e sue parti - Esame di coscienza.- § 2. Dolore e proponimento -§ 3 Confessione dei peccati. -  § 4. Assoluzione - Soddisfazione - Indulgenze.)
  6. Capo VI Estrema Unzione.
  7. Capo VII Ordine.
  8. Capo VIII Matrimonio.

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PARTE III
MEZZI DELLA GRAZIA

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ORAZIONI QUOTIDIANE


domenica 6 gennaio 2013

Epifania del Signore - Vangelo Mt 2,1-12 (6 gennaio 2013)

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L’Epifania è la manifestazione “della bontà di Dio e del suo amore per gli uomini”: è quanto ha affermato il Santo Padre Benedetto XVI nella Messa da lui presieduta nella Basilica di San Pietro per l’odierna solennità.

Alleluia, alleluia.


Abbiamo visto la sua stella in oriente
e siamo venuti per adorare il Signore.

Alleluia.

Vangelo Mt 2,1-12

Visitazione dei Re Magi

Siamo venuti dall'oriente per adorare il re.


Dal Vangelo secondo Matteo


Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: "E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele"».

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo».

Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.



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Nell’omelia, il Papa invita i vescovi ad imitare i Magi, uomini in cammino verso l’ignoto, “uomini spinti dalla ricerca inquieta di Dio e della salvezza del mondo” che “non si accontentavano del loro reddito assicurato e della loro posizione sociale forse considerevole. Erano alla ricerca della realtà più grande. Erano forse uomini dotti che avevano una grande conoscenza degli astri e probabilmente disponevano anche di una formazione filosofica. Ma non volevano soltanto sapere tante cose. Volevano sapere soprattutto la cosa essenziale. Volevano sapere come si possa riuscire ad essere persona umana. E per questo volevano sapere se Dio esista, dove e come Egli sia. Se Egli si curi di noi e come noi possiamo incontrarlo. Volevano non soltanto sapere. Volevano riconoscere la verità su di noi, e su Dio e il mondo. Il loro pellegrinaggio esteriore era espressione del loro essere interiormente in cammino, dell’interiore pellegrinaggio del loro cuore. Erano uomini che cercavano Dio e, in definitiva, erano in cammino verso di Lui. Erano ricercatori di Dio”.

Il Papa dei Magi sottolinea in particolare il coraggio e l’umiltà della fede: “Ci voleva del coraggio per accogliere il segno della stella come un ordine di partire, per uscire – verso l’ignoto, l’incerto, su vie sulle quali c’erano molteplici pericoli in agguato. Possiamo immaginare che la decisione di questi uomini abbia suscitato derisione: la beffa dei realisti che potevano soltanto deridere le fantasticherie di questi uomini. Chi partiva su promesse così incerte, rischiando tutto, poteva apparire soltanto ridicolo. Ma per questi uomini toccati interiormente da Dio, la via secondo le indicazioni divine era più importante dell’opinione della gente. La ricerca della verità era per loro più importante della derisione del mondo, apparentemente intelligente”.





mercoledì 2 gennaio 2013

Messaggio di Medjugorje a Mirjana del 2 Gennaio 2013

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Messaggio di Medjugorje a Mirjana del 2 Gennaio 2013

"Cari figli, con molto amore e pazienza, cerco di rendere i vostri cuori simili al mio Cuore. Cerco di insegnarvi, col mio esempio, l'umiltà, la sapienza e l'amore, perché ho bisogno di voi, non posso senza di voi, figli miei. Secondo la volontà di Dio vi scelgo, secondo la sua forza vi rinvigorisco. Perciò, figli miei, non abbiate paura di aprirmi i vostri cuori. Io li darò a mio Figlio ed Egli, in cambio, vi donerà la pace divina. Voi lo porterete a tutti coloro che incontrate, testimonierete l'amore di Dio con la vita e, tramite voi stessi, donerete mio Figlio. Attraverso la riconciliazione, il digiuno e la preghiera, io vi guiderò. Immenso è il mio amore. Non abbiate paura! Figli miei, pregate per i pastori. Che le vostre labbra siano chiuse ad ogni condanna, perché non dimenticate: mio Figlio li ha scelti, e solo Lui ha il diritto di giudicare. Vi ringrazio".



Per approfondimenti e commenti al messaggio vi invito come sempre a visitare il sito di Radio Maria.




martedì 1 gennaio 2013

Maria Santissima Madre di Dio - Vangelo Lc 2,16-21 (1 gennaio 2013)

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In questo primo giorno dell'anno celebriamo MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO. 

Vangelo - Lc 2,16-21


I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. 
Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.

L'Adorazione dei Pastori
Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.

Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo.







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AUGURI DI BUON ANNO!

Colgo l'occasione per fare gli auguri a tutti per il nuovo anno, che possa portarvi tanta serenità, meraviglia, pienezza, pace, felicità e che possano realizzarsi tutti i desideri più profondi del cuore di ciascuno di voi! Augurissimi a tutti!




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