martedì 22 gennaio 2013

Valori non negoziabili: quali sono?

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La vita della società si fonda su alcuni principi-valori naturali, appunto non negoziabili: i primi e principali sono la dignità della vita umana dal concepimento alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e la libertà di educazione. Si tratta di contenuti non negoziabili perché indicano i pilastri su cui viene edificata la società.

Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l’interesse principale dei suoi interventi nella vita pubblica si centra sulla protezione e sulla promozione della dignità della persona e per questo presta particolare attenzione ai principi che non sono negoziabili.

Tra questi, oggi emergono chiaramente i seguenti:

• Protezione della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento del suo concepimento fino alla morte naturale:

Dinanzi a queste esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili, infatti, i credenti devono sapere che è in gioco l'essenza dell'ordine morale, che riguarda il bene integrale della personaÈ questo il caso delle leggi civili in materia di aborto e di eutanasia (da non confondersi con la rinuncia all'accanimento terapeutico, la quale è,  anche moralmente, legittima), che devono tutelare il diritto primario alla vita a partire dal suo concepimento fino al suo termine naturale. Allo stesso modo occorre ribadire il dovere di rispettare e proteggere i diritti dell'embrione umano.

• Riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia, come unione tra un uomo e una donna fondata sul matrimonio, e la sua difesa di fronte ai tentativi di far sì che sia giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che in realtà la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo ruolo sociale insostituibile:

Analogamente, devono essere salvaguardate la tutela e la promozione della famiglia, fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso e protetta nella sua unità e stabilità, a fronte delle moderne leggi sul divorzio: ad essa non possono essere giuridicamente equiparate in alcun modo altre forme di convivenza, né queste possono ricevere in quanto tali un riconoscimento legale.

• La protezione del diritto dei genitori ad educare i loro figli:

Così pure la garanzia della libertà di educazione ai genitori per i propri figli è un diritto inalienabile, riconosciuto tra l'altro nelle Dichiarazioni internazionali dei diritti umani. Alla stessa stregua, si deve pensare alla tutela sociale dei minori e alla liberazione delle vittime dalle moderne forme di schiavitù (si pensi, ad esempio, alla droga e allo sfruttamento della prostituzione). Non può essere esente da questo elenco il diritto alla libertà religiosa e lo sviluppo per un'economia che sia al servizio della persona e del bene comune, nel rispetto della giustizia sociale, del principio di solidarietà umana e di quello di sussidiarietà, secondo il quale "i diritti delle persone, delle famiglie e dei gruppi, e il loro esercizio devono essere riconosciuti"».

Benedetto XVI: "Questi principi non sono verità di fede anche se ricevono ulteriore luce e conferma dalla fede. Essi sono iscritti nella natura umana stessa e quindi sono comuni a tutta l'umanità. L'azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Questa azione è anzi ancor più necessaria nella misura in cui questi principi sono negati o fraintesi, perché in questo modo si compie un’offesa alla verità della persona umana, una grave ferita provocata alla giustizia stessa.  Cari amici, esortandovi ad essere testimoni credibili e coerenti di queste verità fondamentali con la vostra attività politica, e in modo ancor più fondamentale con il vostro impegno a vivere in modo autentico e coerente, invoco su di voi e sul vostro lavoro la continua assistenza di Dio, in pegno del quale imparto a voi e a quanti vi accompagnano la mia benedizione.(CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 30 marzo 2006 - Aula della Benedizione del Palazzo Apostolico Vaticano)  


L'espressione "Principi non negoziabili" 
  • L'espressione "principî non negoziabili" viene ripresa con maggior forza in un documento del Magistero del Pontefice, per la precisione nell'Esortazione apostolica postsinodale Sacramentum Caritatis (incentrata sull'Eucarestia):

"Il culto gradito a Dio, infatti, non è mai atto meramente privato, senza conseguenze sulle nostre relazioni sociali: esso richiede la pubblica testimonianza della propria fede. Ciò vale ovviamente per tutti i battezzati, ma si impone con particolare urgenza nei confronti di coloro che, per la posizione sociale o politica che occupano, devono prendere decisioni a proposito di valori fondamentali, come il rispetto e la difesa della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la libertà di educazione dei figli e la promozione del bene comune in tutte le sue forme.(230) Tali valori non sono negoziabili." (SC 83) 


  • Il termine «principi non negoziabili» viene usato per la prima volta dal Papa, se bene ricordo, nel discorso del 30 marzo 2006 a membri del Partito Popolare Europeo e verrà indirettamente ribadito il 24 marzo del 2007 ai partecipanti al Congresso promosso dalla Commissione degli episcopati della comunità europea. In questo discorso il Papa affronta il tema del compromesso, così frequente nella vita politica di una società pluralista, con parole importanti: «L’Europa si guardi da quell’atteggiamento pragmatico, oggi largamente diffuso, che giustifica sistematicamente il compromesso sui valori umani essenziali, come se fosse l’inevitabile accettazione di un presunto male minore. Tale pragmatismo, presentato come equilibrato e realista, in fondo tale non è, proprio perché nega quella dimensione valoriale ed ideale, che è inerente alla natura umana. Quando, poi, su un tale pragmatismo si innestano tendenze e correnti laicistiche e relativistiche, si finisce per negare ai cristiani il diritto stesso d’intervenire come tali nel dibattito pubblico o, per lo meno, se ne squalifica il contributo con l’accusa di voler tutelare ingiustificati privilegi». 
L'impegno dei cattolici in politica

«Quando l'azione politica viene a confrontarsi con principi morali che non ammettono deroghe, eccezioni o compromesso alcuno, allora l'impegno dei cattolici si fa più evidente e carico di responsabilità. In questa epoca, il cattolico impegnato in politica o elettore è tenuto a scegliere quali valori privilegiare e quali candidati premiare con il suo voto. E il criterio per compiere queste scelte, afferma il Magistero della Chiesa, consiste proprio nel privilegiare alcuni principi fra quelli che costituiscono il corpo della dottrina sociale della Chiesa, appunto quelli strettamente legati alla natura umana. Così diritto alla vita, centralità della famiglia fondata sul matrimonio indissolubile fra uomo e donna e libertà di educazione (cioè diritto dei genitori di scegliere il percorso educativo dei figli, che comporta la parità scolastica) nonché libertà religiosa della persona contro ogni persecuzione, sono diventati appunto i “principi non negoziabili”. Ciò significa che un uomo politico che ha responsabilità pubbliche e un elettore che deve scegliere chi votare devono metterli avanti a ogni altra considerazione. Così è scritto nella Nota sull’impegno politico dei cattolici della Congregazione per la Dottrina della Fede che, lungi dal favorire disarmo e distacco dei cattolici dalla politica, rappresenta un invito all’impegno e a scegliere bene, ma privilegiando nella scelta questi criteri: votare soltanto coloro che non hanno avuto alcun timore nello stare dalla parte della verità, anche quando questo può provocare difficoltà o persecuzioni. (Congregazione per la Dottrina della Fede, Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, 24 novembre 2002).

«I responsabili politici, di cui il grave dovere è quello di servire il bene comune, così come tutti i medici e le famiglie devono ricordarsi che la decisione deliberata di privare un essere umano Innocente della sua vita è sempre malvagia dal punto di vista morale e non può mai essere lecita»
(Benedetto XVI, ricevendo le credenziali del nuovo ambasciatore del Lussemburgo presso la Santa Sede, Paul Duhr, 18 dicembre 2008).












fonti:

http://www.iltimone.org/
http://www.bastabugie.it
http://www.europaoggi.it/
http://www.culturacattolica.it/



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