venerdì 31 maggio 2013

Il Magnificat - Maria celebra l'opera mirabile di Dio.

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Riprendiamo dopo qualche tempo il nostro viaggio alla scoperta delle preghiere del cristiano, oggi incontriamo una meravigliosa preghiera di Maria Santissima. Magnificat è infatti la prima parola del cantico di ringraziamento e di gioia che Maria pronuncia rispondendo al saluto della cugina Elisabetta, al momento del loro incontro (Visitazione - Lc1,46-55). Dopo la preghiera un commento al cantico di Papa Giovanni Paolo II contenuto nella Lettera Enciclica Redemptoris Mater, 37.



“Magnificat”

L'anima mia magnifica il Signore

 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l'umiltà della sua serva.

 D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

 Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente

 e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia

 si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, 

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

 ha rovesciato i potenti dai troni,

 ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

 Ha soccorso Israele, suo servo,

 ricordandosi della sua misericordia,

 come aveva promesso ai nostri padri, 

ad Abramo e alla sua discendenza,

 per sempre.”





Nel «Magnificat» Maria celebra 
l'opera mirabile di Dio
(Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris Mater, 37)

      1. Ispirandosi alla tradizione veterotestamentaria, col cantico del Magnificat Maria celebra le meraviglie compiute in lei da Dio. Il cantico è la risposta della Vergine al mistero dell'Annunciazione: l'angelo l'aveva invitata alla gioia, ora Maria esprime l'esultanza del suo spirito in Dio salvatore. La sua gioia nasce dall'aver fatto l'esperienza personale dello sguardo benevolo rivolto da Dio a lei, creatura povera e senza influsso nella storia.
      Con l'espressione Magnificat, versione latina di un vocabolo greco dello stesso significato, viene celebrata la grandezza di Dio, che con l'annuncio dell'angelo rivela la sua onnipotenza, superando attese e speranze del popolo dell'Alleanza e anche i più nobili desideri dell'anima umana.
      Di fronte al Signore, potente e misericordioso, Maria esprime il sentimento della propria piccolezza: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva» (Lc 1,47-48). Il termine greco «tapeinosis» è probabilmente mutuato dal cantico di Anna, madre di Samuele. In esso sono indicate l'«umiliazione» e la «miseria» di una donna sterile (cf. 1Sam 1,11), che affida la sua pena al Signore. Con simile espressione Maria rende nota la sua situazione di povertà e la consapevolezza di essere piccola davanti a Dio che, con decisione gratuita, ha posato lo sguardo su di Lei, umile ragazza di Nazareth, chiamandola a divenire la Madre del Messia.

      2. Le parole «d'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48) prendono avvio dal fatto che Elisabetta per prima abbia proclamato Maria «beata» (Lc 1,45). Non senza audacia, il cantico predice che la stessa proclamazione si andrà estendendo ed ampliando con un dinamismo inarrestabile. Allo stesso tempo, esso testimonia la speciale venerazione per la Madre di Gesù, presente nella Comunità cristiana sin dal primo secolo. Il Magnificat costituisce la primizia delle varie espressioni di culto, trasmesse da una generazione all'altra, con cui la Chiesa manifesta il suo amore alla Vergine di Nazareth.

      3. «Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono» (Lc 1,49-50).
      Che cosa sono le «grandi cose» operate in Maria dall'Onnipotente?
      L'espressione ricorre nell'Antico Testamento per indicare la liberazione del popolo d'Israele dall'Egitto o da Babilonia. Nel Magnificat essa si riferisce all'evento misterioso del concepimento verginale di Gesù, avvenuto a Nazareth dopo l'annuncio dell'angelo.
      Nel Magnificat, cantico veramente teologico perché rivela l'esperienza del volto di Dio compiuta da Maria, Dio non è soltanto l'Onnipotente al quale nulla è impossibile, come aveva dichiarato Gabriele (cf. Lc 1,37), ma anche il Misericordioso, capace di tenerezza e fedeltà verso ogni essere umano.

      4. «Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote» (Lc 1,51-53).
      Con la sua lettura sapienziale della storia, Maria ci introduce a scoprire i criteri del misterioso agire di Dio. Egli, capovolgendo i giudizi del mondo, viene in soccorso dei poveri e dei piccoli, a scapito dei [641] ricchi e dei potenti e, in modo sorprendente, colma di beni gli umili, che gli affidano la loro esistenza.1
      Queste parole del cantico, mentre ci mostrano in Maria un concreto e sublime modello, ci fanno capire che è soprattutto l'umiltà del cuore ad attrarre la benevolenza di Dio.

      5. Infine, il cantico esalta il compimento delle promesse e la fedeltà di Dio verso il popolo eletto: «Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre» (Lc 1,54-55).
      Colmata di doni divini, Maria non ferma il suo sguardo al suo caso personale, ma capisce come questi doni siano una manifestazione della misericordia di Dio per tutto il suo popolo. In lei Dio compie le sue promesse con una fedeltà e generosità sovrabbondante.
      Ispirato all'Antico Testamento ed alla spiritualità della figlia di Sion, il Magnificat supera i testi profetici che sono alla sua origine, rivelando nella «piena di grazia» l'inizio di un intervento divino che va ben oltre le speranze messianiche d'Israele: il mistero santo dell'Incarnazione del Verbo.




Visitazione della Beata Vergine Maria - Vangelo 1,39-56 (31 Maggio 2013)

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Tutte le generazioni mi chiameranno beata,
perché grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente,
e santo è il suo nome. (Lc 1,48-49)

Vangelo  Gv 1,39-56

Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente: ha innalzato gli umili.
Visitazione (Ghirlandaio)

+Dal Vangelo secondo Luca


In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.

Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.

Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.





LETTURA



Prima LetturaSof 3,14-18
Re d'Israele è il Signore in mezzo a te.

Dal libro del profeta Sofonìa

Rallégrati, figlia di Sion,
grida di gioia, Israele,
esulta e acclama con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!

Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
Re d'Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non temerai più alcuna sventura.

In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
«Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente.
Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia».

Parola di Dio.




mercoledì 29 maggio 2013

Udienza Generale: La Chiesa come famiglia di Dio. (29 Maggio 2013) #PapaFrancesco

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Papa Francesco ha iniziato oggi all'udienza generale un ciclo di catechesi sul mistero della Chiesa, a partire dal tema della Chiesa come famiglia di Dio. La Chiesa, ha detto il Papa, nasce dal desiderio di Dio di chiamare tutti gli uomini alla comunione con Lui, per uscire dall'individualismo, dalla tendenza a chiudersi in se stessi e ci chiama a far parte della sua famiglia. Tutta la storia della salvezza è la storia di Dio che cerca l'uomo, gli offre il suo amore, lo accoglie. Ancora oggi qualcuno dice: "Cristo sì, la Chiesa no". Ma è proprio la Chiesa che ci porta Cristo e che ci porta a Dio; la Chiesa è la grande famiglia dei figli di Dio. Certo ha anche aspetti umani; in coloro che la compongono.

Dio è sempre pronto al perdono, perché il suo “progetto” è fare dell’umanità e della Chiesa “un’unica famiglia”. Un’udienza caratterizzata a tratti da una pioggia intensa, sopportata dal Papa sulla jeep scoperta senza alcun riparo. Al termine dell’udienza, il Pontefice ha invitato i fedeli alla Messa solenne del Corpus Domini, che presiederà domani sera in San Giovanni in Laterano.

Udienza generale. 
Il Papa: la Chiesa sia ricca di famiglie 
che portano il calore di Dio.
Piazza San Pietro
Mercoledì, 29 maggio 2013

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Mercoledì scorso ho sottolineato il legame profondo tra lo Spirito Santo e la Chiesa. Oggi vorrei iniziare alcune catechesi sul mistero della Chiesa, mistero che tutti noi viviamo e di cui siamo parte. Lo vorrei fare con espressioni ben presenti nei testi del Concilio Ecumenico Vaticano II.

Oggi la prima: la Chiesa come famiglia di Dio.

In questi mesi, più di una volta ho fatto riferimento alla parabola del figlio prodigo, o meglio del padre misericordioso (cfr Lc 15,11-32). Il figlio minore lascia la casa del padre, sperpera tutto e decide di tornare perché si rende conto di avere sbagliato, ma non si ritiene più degno di essere figlio e pensa di poter essere riaccolto come servo. Il padre invece gli corre incontro, lo abbraccia, gli restituisce la dignità di figlio e fa festa. Questa parabola, come altre nel Vangelo, indica bene il disegno di Dio sull’umanità.

Qual è questo progetto di Dio? E’ fare di tutti noi un’unica famiglia dei suoi figli, in cui ciascuno lo senta vicino e si senta amato da Lui, come nella parabola evangelica, senta il calore di essere famiglia di Dio. In questo grande disegno trova la sua radice la Chiesa, che non è un’organizzazione nata da un accordo di alcune persone, ma - come ci ha ricordato tante volte il Papa Benedetto XVI - è opera di Dio, nasce proprio da questo disegno di amore che si realizza progressivamente nella storia. La Chiesa nasce dal desiderio di Dio di chiamare tutti gli uomini alla comunione con Lui, alla sua amicizia, anzi a partecipare come suoi figli della sua stessa vita divina. La stessa parola “Chiesa”, dal greco ekklesia, significa “convocazione”: Dio ci convoca, ci spinge ad uscire dall’individualismo, dalla tendenza a chiudersi in se stessi e ci chiama a far parte della sua famiglia. E questa chiamata ha la sua origine nella stessa creazione. Dio ci ha creati perché viviamo in una relazione di profonda amicizia con Lui, e anche quando il peccato ha rotto questa relazione con Lui, con gli altri e con il creato, Dio non ci ha abbandonati. Tutta la storia della salvezza è la storia di Dio che cerca l’uomo, gli offre il suo amore, lo accoglie. Ha chiamato Abramo ad essere padre di una moltitudine, ha scelto il popolo di Israele per stringere un’alleanza che abbracci tutte le genti, e ha inviato, nella pienezza dei tempi, il suo Figlio perché il suo disegno di amore e di salvezza si realizzi in una nuova ed eterna alleanza con l’umanità intera. Quando leggiamo i Vangeli, vediamo che Gesù raduna intorno a sé una piccola comunità che accoglie la sua parola, lo segue, condivide il suo cammino, diventa la sua famiglia, e con questa comunità Egli prepara e costruisce la sua Chiesa.

Da dove nasce allora la Chiesa? Nasce dal gesto supremo di amore della Croce, dal costato aperto di Gesù da cui escono sangue ed acqua, simbolo dei Sacramenti dell’Eucaristia e del Battesimo. Nella famiglia di Dio, nella Chiesa, la linfa vitale è l’amore di Dio che si concretizza nell’amare Lui e gli altri, tutti, senza distinzioni e misura. La Chiesa è famiglia in cui si ama e si è amati.

Quando si manifesta la Chiesa? L’abbiamo celebrato due domeniche fa; si manifesta quando il dono dello Spirito Santo riempie il cuore degli Apostoli e li spinge ad uscire e iniziare il cammino per annunciare il Vangelo, diffondere l’amore di Dio.

Ancora oggi qualcuno dice: “Cristo sì, la Chiesa no”. Come quelli che dicono “io credo in Dio ma non nei preti”. Ma è proprio la Chiesa che ci porta Cristo e che ci porta a Dio; la Chiesa è la grande famiglia dei figli di Dio. Certo ha anche aspetti umani; in coloro che la compongono, Pastori e fedeli, ci sono difetti, imperfezioni, peccati, anche il Papa li ha e ne ha tanti, ma il bello è che quando noi ci accorgiamo di essere peccatori, troviamo la misericordia di Dio, il quale sempre perdona. Non dimenticatelo: Dio sempre perdona e ci riceve nel suo amore di perdono e di misericordia. Alcuni dicono che il peccato è un’offesa  a Dio, ma anche un’opportunità di umiliazione per accorgersi che c’è un’altra cosa più bella: la misericordia di Dio. Pensiamo a questo.

Domandiamoci oggi: quanto amo io la Chiesa? Prego per lei? Mi sento parte della famiglia della Chiesa? Che cosa faccio perché sia una comunità in cui ognuno si senta accolto e compreso, senta la misericordia e l’amore di Dio che rinnova la vita? La fede è un dono e un atto che ci riguarda personalmente, ma Dio ci chiama a vivere insieme la nostra fede, come famiglia, come Chiesa.

Chiediamo al Signore, in modo del tutto particolare in quest’Anno della fede, che le nostre comunità, tutta la Chiesa, siano sempre più vere famiglie che vivono e portano il calore di Dio.

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Il video dell'Udienza Generale in piazza San Pietro:




domenica 26 maggio 2013

Domenica della Santissima Trinità - Vangelo Gv 16,12-15 (26 Maggio)

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Sia benedetto Dio Padre,
e l'unigenito Figlio di Dio,
e lo Spirito Santo:
perché grande è il suo amore per noi.


Vangelo  Gv 16,12-15

Tutto quello che il Padre possiede, è mio;
lo Spirito prenderà del mio e ve lo annuncerà.
Adorazione della Santissima Trinità (Albrecht Dürer)

+Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».






LETTURE



Prima Lettura Pro 8,22-31

Prima che la terra fosse,
già la Sapienza era generata.


Dal libro dei Proverbi


Così parla la Sapienza di Dio:

«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, all’origine.
Dall’eternità sono stata formata,
fin dal principio, dagli inizi della terra.

Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua;
prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io fui generata,
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
né le prime zolle del mondo.

Quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull’abisso,
quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell’abisso,
quando stabiliva al mare i suoi limiti,
così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
quando disponeva le fondamenta della terra,
io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia ogni giorno:
giocavo davanti a lui in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».




Seconda Lettura Rm 5,1-5; 

Andiamo a Dio per mezzo di Cristo,
nella carità diffusa in noi dallo Spirito.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani


Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.

E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.

La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

sabato 25 maggio 2013

Messaggio di Medjugorje del 25 Maggio 2013

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Il messaggio mensile di Medjugorje affidato alla veggente Marija.

Messaggio di Medjugorje del 25 Maggio 2013

"Cari figli! Oggi vi invito ad essere forti e decisi nella fede e nella preghiera affinché le vostre preghiere siano tanto forti da aprire il cuore del mio amato Figlio Gesù. Pregate figlioli, senza sosta affinché il vostro cuore si apra all’amore di Dio. Io sono con voi, intercedo per tutti voi e prego per la vostra conversione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”




Per approfondimenti e commenti al messaggio vi invito come sempre a visitare il sito di Radio Maria.

mercoledì 22 maggio 2013

Mezzi della Grazia - Sacramenti o mezzi produttivi: Battesimo - Catechismo di San Pio X

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PARTE III

MEZZI DELLA GRAZIA 

Sezione I - Sacramenti o mezzi produttivi

Capo II 
Battesimo


290. Che cos'è il Battesimo? 
Il Battesimo è íl sacramento che ci fa cristiani cioè seguaci di Gesù Cristo, figli di Dio e membri della Chiesa. 

291. Qual è la materia del Battesimo?
Materia del Battesimo è l'acqua naturale. 

292. Qual è la forma del Battesimo?
Forma del Battesimo sono le parole Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito 
Santo.

293. Chi è ministro del Battesimo? 
Ministro del Battesimo è, d'ordinario, il sacerdote, ma, in caso di necessità, può essere chiunque, 
anche un eretico o infedele, purchè abbia l'intenzione dì fare ciò che fa la Chiesa. 

294. Come si dà il Battesimo?
Il Battesimo si dà versando l'acqua sul capo del battezzando e dicendo nello stesso tempo le parole 
della forma. 

295. Quali effetti produce il Battesimo?
Il Battesimo conferisce la prima grazia santificante e le virtù soprannaturali, togliendo il peccato 
originale e gli attuali, se vi sono, con ogni debito di pena per essi dovuta; imprima il carattere di 
cristiano e rende capace di ricevere gli altri sacramenti. 

296. Il Battesimo trasforma l'uomo?
Il Battesimo trasforma l'uomo nello spirito e lo fa come rinascere rendendolo un uomo nuovo; perciò allora gli si dà un nome conveniente, quello di un Santo che gli sia esempio e protettore nella vita di cristiano. 

297. Chi riceve il Battesimo a che cosa si obbliga?
Chi riceve il Battesimo, diventando cristiano, si obbliga a professar la Fede e ad osservar la Legge 
di Gesù Cristo; e perciò rinunzia a quanto vi si oppone. 

298. A che si rinunzia nel ricevere il Battesimo?
Nel ricevere il Battesimo si rinunzia al demonio, alle sue opere e alle sue pompe. 

299. Che s'intende per opere e pompe del demonio?
Per opere e pompe del demonio s'intendono i peccati, le vanità del mondo e le sue massime 
perverse, contrarie al Vangelo. 

300. I bambini nel Battesimo come rinunziano al demonio?
I bambini nel Battesimo rinunziano al demonio per mezzo dei padrini. 

301. Chi sono i padrini nel Battesimo?
I padrini nel Battesimo son quelli che presentano alla Chiesa il battezzando, rispondono in suo nome se è bambino, assumendosi, quali padri spirituali, la cura della sua educazione cristiana, se vi  mancassero i genitori, e perciò debbono essere buoni cristiani.

302. Siamo noi obbligati a mantener le promesse e le rinunzie fatte dai padrini a nome nostro nel Battesimo?
Siamo obbligati a mantener le promesse e le rinunzie fatte dai padrini a nome nostro nel Battesimo, perchè esse c'impongono solo quello che Dio impone a tutti, e che dovremmo noi stessi promettere per salvarci. 

303. I genitori o chi ne tiene il luogo, quando debbono mandare il bambino al Battesimo?
I genitori o chi ne tiene il luogo, debbono mandare il bambino al Battesimo non più tardi di otto o dieci giorni; anzi conviene assicurargli subito la grazia e la felicità eterna, potendo egli molto facilmente morire 







domenica 19 maggio 2013

Domenica di Pentecoste - Vangelo Gv 14,15-16.23b-26 - (19 maggio 2013)

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"Benedici il Signore, anima mia, Signore, mio Dio, quanto sei grande! Quanto sono grandi, Signore le tue opere! La terra è piena delle tue creature. Se togli loro il respiro, muoiono e ritornano nella loro polvere. Manda il tuo Spirito e sono creati, e rinnovi la faccia della terra. La gloria del Signore sia per sempre; gioisca il Signore delle sue opere. A lui sia gradito il mio canto ; la mia gioia è nel Signore".


Vieni, Santo Spirito,
riempi i cuori dei tuoi fedeli
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.


Vangelo Gv 14,15-16.23b-26
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa.


+Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».







LETTURE



Prima LetturaAt 2,1-11

Tutti furono colmati di Spirito Santo
e cominciarono a parlare.


Dagli Atti degli Apostoli


Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio»





Seconda Lettura Rm 8,8-17; 

Quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio,
questi sono figli di Dio.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani


Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.

Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.

E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.






BUONA FESTA DI PENTECOSTE

sabato 18 maggio 2013

Mezzi della Grazia - Sacramenti o mezzi produttivi: Sacramenti in generale - Catechismo di San Pio X

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PARTE III
MEZZI DELLA GRAZIA 

Sezione I - Sacramenti o mezzi produttivi

Capo I 
Sacramenti in generale



267. Che cosa sono i sacramenti?
I sacramenti sono segni efficaci della grazia, istituiti da Gesù Cristo per santificarci. 

268. Perché i sacramenti sono segni efficaci della grazia?
I sacramenti sono segni della grazia, perché con la parte sensibile che hanno, significano o indicano quella grazia invisibile che conferiscono; e ne sono segni efficaci, perchè significando la grazia realmente la conferiscono. 

269. Quale grazia conferiscono i sacramenti?
I sacramenti conferiscono 1a grazia santificante e la grazia sacramentale

270. Che cos'è la grazia santificante?
La grazia santificante è quel dono soprannaturale, inerente all'anima nostra e perciò abituale, che ci rende santi, cioè giusti, amici e figli adottivi Dio, fratelli di Gesù Cristo ed eredi del paradiso. 

271. Che cos'è la grazia sacramentale?
La grazia sacramentale é il diritto alle grazie speciali necessarie per conseguire il fine proprio di ciascun sacramento. 

272. Chi ha dato ai sacramenti la virtù di conferire la grazia?
Gesù Cristo, l'Uomo-Dio, ha dato ai sacramenti la virtù di conferire la grazia, che Egli stesso ci ha meritato con la sua Passione e Morte. 

273. Come ci santificano i sacramenti? 
I sacramenti ci santificano, o col darci. la prima grazia santificante che cancella il peccato, o coll'accrescerci quella grazia che già possediamo. 

274. Quali sacramenti ci danno la prima grazia? 
Ci danno la prima grazia il Battesimo e la Penitenza, che si chiamano sacramenti dei morti, perché donano la vita della grazia alle anime morte per il peccato. 

275. Quali sacramenti ci accrescono la grazia?
Ci accrescono la grazia la Cresima, l'Eucaristia, l'Estrema Unzione, l'Ordine e il Matrimonio, che si chiamano sacramenti dei vivi, perchè chi li riceve, deve già vivere spiritualmente per la grazia di 
Dio. 

276. Chi riceve un sacramento dei vivi sapendo di non essere in grazia di Dio, commette 
peccato?
Chi riceve un sacramento dei vivi sapendo di non essere in grazia di Dio, commette peccato gravissimo di sacrilegio, perché riceve indegnamente una cosa sacra. 

277. Che dobbiamo fare per conservar la grazia dei sacramenti?


Per conservare la grazia dei sacramenti dobbiamo corrispondere con l'azione propria, operando il bene e fuggendo il male. 

278. Quali sono i sacramenti più necessari per salvarsi?
I sacramenti più necessari per salvanti sono i sacramenti dei morti, cioè il Battesimo e la enitenza, 
perchè danno la prima grazia o la vita spirituale. 

279. Il Battesimo e la Penitenza sono ugualmente necessari?
Il Battesimo e la Penitenza non sono egualmente necessari, perchè il Battesimo è necessario a tutti, nascendo tutti col peccato originale; la Penitenza, invece, è necessaria a quelli che, dopo il Battesimo, han perduto la grazia peccando mortalmente. 

280. Se il Battesimo necessario a tutti, può salvarsi nessuno senza Battesimo?
Senza Battesimo nessuno può salvarsi, quando però non si possa ricevere il Battesimo di acqua, basta il Battesimo di sangue, cioè il martirio sofferto per Gesù Cristo, oppure il Battesimo di desiderio che é l'amor di carità, desideroso dei mezzi di salute istituiti da Dio. 

281. Quante volte si possono ricevere i sacramenti?
I sacramenti si possono ricevere alcuni più volte, altri una volta sola. 

282. Quali sacramenti si ricevono una volta sola?
Si ricevono una volta sola il Battesimo, la Cresima e l'Ordine. 

283. Perchè il Battesimo, la Cresima e l'Ordine si ricevono una volta sola?
Il Battesimo, la Cresima e l'Ordine si ricevono una volta sola, perchè imprimono nell'anima un carattere permanente, operando una consacrazione perpetua dell'uomo a Gesù Cristo, la quale lo distingue da chi non l'abbia. 

284. Che cos'è il carattere?
Il carattere è un segno distintivo spirituale che non si cancella mai. 

285. Qual carattere imprimono nell'anima il Battesimo, la Cresima e l'Ordine?
Il Battesimo imprime nell'anima il carattere di cristiano; la Cresima quello di soldato di Gesù Cristo; l'Ordine quello di suo ministro. 

286. Quante cose si richiedono per fare un sacramento? 
Per fare un sacramento si richiedono tre cose: la materia, la forma e il ministro, il quale abbia l'intenzione di fare ciò che fa la Chiesa 

287. Che cos'è la materia del sacramento?
Materia del sacramento è l'elemento sensibile che si richiede per farlo, come l'acqua nel Battesimo. 

288. Che cos'è la forma del sacramento?
Forma del sacramento sono le parole che il ministro deve proferire nell'atto stesso di applicare la materia. 

289. Chi è il ministro del sacramento?
Ministro del sacramento è la persona capace che lo fa o conferisce, in nurse e per autorità di Gesù 
Cristo. 





domenica 12 maggio 2013

Morale Cristiana - Capo III: Virtù. § 3. Virtù morale e vizio - Beatitudini evangeliche. - Catechismo di San Pio X

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PARTE II
COMANDAMENTI DI DIO - PRECETTI DELLA CHIESA 
VIRTU' ossia MORALE CRISTIANA

Capo III 
Virtù.



§ 3. Virtù morale e vizio - Beatitudini evangeliche

252 Che cos'è la virtù morale? 

La virtù morale é l'abito di fare il bene; acquistato ripetendo atti buoni

253. Quali sono le principali virtù morali? 
Le principali virtù morali sono: La religione che ci fa rendere a Dio il culto dovuto, e.le quattro virtù cardinali, prudenza, giustizia, fortezza e temperanza, che ci fanno onesti nel vivere.

254. Perchè le virtù cardinali son così chiamate? 
Le virtù cardinali son così chiamate, perchè sono il cardine, cioè il sostegno delle altre virtù morali.

255. Che cos'è la prudenza? 
La Prudenza è la virtù che dirige gli atti al debito fine, e fa discernere e usare i mezzi buoni.

256. Che cos'è la giustizia? 
La giustizia e 1a virtù che fa dare a ciascuno ciò che gli é dovuto.

257. Che cos'è la fortezza? 
La fortezza é la virtù che fa affrontare senza temerità e senza timidezza qualunque difficoltà o pericolo, e anche la morte, per il servizio di Dio e per il bene del prossimo.

258. Che cos'è la temperanza? 
La temperanza é la virtù che frena le passioni e i desideri, specialmente sensuali, e modera l'uso dei beni sensibili.


259. Che cosa sono le passioni? 
Le passioni sono commozioni o moti violenti dell'anima che, se non sono moderati dalla ragione, trascinano al vizio, e, spesso, anche al delitto.

260. Che cos'è il vizio? 
Il vizio è l'abitudine di fare il male, acquistata ripetendo atti cattivi.

261. Quali sono i vizi principali? 
I vizi principali sono i sette vizi capitali,* chiamati così perché sono capo e origine degli altri vizi e
peccati.
*Formola 23

262 Quali sono le virtù opposte ai vizi capitali? 
Le virtù opposte ai vizi capitali sono: l'umiltà, la liberalità, la castità, la pazienza, la sobrietà, la
fraternità e la diligenza nel servizio di Dio.

363. Gesù Cristo ha raccomandata in particolare qualche virtù morale? 
Gesù Cristo ha raccomandato in particolare alcune virtù.morali, chiamando, nelle otto Beatitudini evangeliche, beato chi le esercirà.

364. Dite le Beatitudini evangeliche. 
Beati i poveri in spirito, perchè di questi è il regno de', cieli
Beati i mansueti, perché questi erediteranno la terra.
Beati quelli che piangono, perchè saranno consolati.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perchè saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perchè troveranno misericordia.
Beati i mondi di cuore, perchè vedranno Dio.
Beati i pacifici, perchè saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per amor della giustizia, perché di questi è il regno de' cieli*.
* Matt V, 3-10

265. Perchè Gesù Cristo, nelle Beatitudini evangeliche, disse beate, contrariamente all'opinione del mondo, le persone umili e tribolate? 
Gesù Cristo, nelle Beatitudini evangeliche, disse beate,.contrariamen.te all'opinione del mondo, le persone umili e tribolate, perchè avranno premio speciale da Dio; e c'insegnò cosa ad imitarle, senza curare le fallaci massime del mondo.

266. Possono essere veramente felici quelli che seguono le massime del mondo?
Quelli che seguono le massime del mondo non possono essere veramente felici, perchè non cercano
Dio, loro Signore e loro vera felicità; e così non hanno la pace della coscienza, e camminano verso
la perdizione.

PREGHIAMO 
Dio onnipotente ed eterno, accresci in noi la fede, la speranza e la carità, e perchè possiamo
meritare quello che ci promettesti, fa' che amiamo quanto comandi (1). Fa', o Dio onnipotente, che
noi sempre pensiamo cose ragionevoli, e nel parlare e nell'operare eseguiamo quelle che a te
piacciono (2). Te ne supplichiamo per il tuo Figliuolo Gesù Cristo, ecc.
(1) Orazione della Domenica XIII dopo la Pentecoste.
(2) Orazione della Domenica VI dopo l'Epifania.






Morale Cristiana - Capo III: Virtù. §2. Esercizio degli atti di fede, speranza e carità. Consigli evangelici. - Catechismo di San Pio X

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PARTE II
COMANDAMENTI DI DIO - PRECETTI DELLA CHIESA 
VIRTU' ossia MORALE CRISTIANA


Capo III 
Virtù.


§ 2. Esercizio degli atti di fede, di speranza e di carità. Consigli evangelici.


244. Quando dobbiamo fare atti di fede, di speranza e di carità? 
Dobbiamo fare atti di fede, di speranza e di carità molte volte nella vita, e, in particolare, quando abbiamo tentazioni da vincere o importanti doveri.cristiani da compiere, e nei pericoli di morte.

245. E' bene fare spesso atti di fede, di speranza e di carità? 
E' bene fare spesso atti di fede, di speranza e di carità, per conservare, accrescere e rafforzare virtù tanto necessarie, che sono come le parti vitali dell' «uomo spirituale».

246. Come dobbiamo fare atti di fede, di speranza e di carità?
Dobbiamo fare atti di fede, di speranza e di carità col cuore, con la bocca e con l'opera, dandone prova nella nostra condotta.

247. Come si dà prova della fede?
Si dà prova della fede confessandola e difendendola, quando occorra, senza timore e senza rispetto umano, e vivendo secondo le sue massime: « la fede senza le opere é morta»* * Giac II 26

248. Come si dà prova della speranza?  
Si dà prova della speranza non turbandosi per le miserie e contrarietà della vita, e nemmeno per le persecuzioni; ma vivendo rassegnati, sicuri delle promesse di Dio.

249. Come si dà prova della carità? 
Si dà prova della carità osservando i comandamenti ed esercitando le opere di misericordia *, e se Dio chiama, seguendo i consigli evangelici.  * Formole 21,22

250. Che cosa sono i consigli evangelici? 
I consigli evangelici sono esortazioni che Gesù Cristo fece nel Vangelo ad una vita più perfetta, mediante la pratica di virtù non comandate.

251. Quali sono i principali consigli evangelici? 
I principali consigli evangelici sono: la povertà volontaria, la castità perpetua e l'ubbidienza perfetta.






Catechismo di Pio X - Indice 

Morale Cristiana - Capo I: Comandamenti di Dio. §2. Comandamenti in particolare. - Catechismo di San Pio X

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PARTE II
COMANDAMENTI DI DIO - PRECETTI DELLA CHIESA 
VIRTU' ossia MORALE CRISTIANA

Capo I 
Comandamenti di Dio

Se vuoi entrare alla vita, osserva i comandamenti 
(Matt XIX, 17)  
Se mi amate, osservate i miei comandamenti 
(Giov. XIV, 15) 

§ 2. Comandamenti dl Dio in particolare. 


PRIMO COMANDAMENTO

169. Che ci ordina il primo comandamento « Io sono il Signore Dio tuo: non avrai altro Dio fuori che me »?  
Il primo comandamento Io sono il Signore Dio tuo: non avrai altro Dio fuori che me ci ordina di essere religiosi, cioè di credere in Dio e di amarlo, adorarlo e servirlo come l'unico vero Dio, Creatore e Signore di tutto.

170. Che ci proibisce il primo comandamento?
Il primo comandamento ci proibisce l'empietà, la superstizione, l'irreligiosità; inoltre l'apostasia, l'eresia, il dubbio volontario e l'ignoranza colpevole delle verità della Fede.

171. Che cos'è empietà?  
Empietà è il rifiuto a Dio d'ogni culto.

172. Che cos'è superstizione?  
Superstizione è il culto divino o di latria reso a chi non è Dio, o anche a Dio ma in modo non conveniente: perciò l'idolatria o il culto di false divinità e di creature; il ricorso al demonio, agli spiriti e ad ogni mezzo sospetto per ottener cose umanamente impossibili; l'uso di riti sconvenienti, vani o proibiti dalla Chiesa.

173. Che cos'è irreligiosità?  
Irreligiosità è l'irriverenza a Dio e alle cose divine, come la tentazione di Dio, il sacrilegio o profanazione di persona o di cosa sacra, la simonía o compra e vendita di cose spirituali o connesse con le spirituali.

174. Se il culto delle creature è superstizione, come non è superstizione il culto cattolico degli Angeli e dei Santi?  
Il culto cattolico degli Angeli e dei Santi non è superstizione, perchè non è culto divino o di adorazione dovuta a Dio solo: noi non li adoriamo come Dio, ma li veneriamo come amici di Dio e per i doni che hanno da Lui; quindi per onor di Dio stesso che negli Angeli e nei Santi opera meraviglie.

175. Chi sono i Santi?  
I Santi sono coloro che, praticando eroicamente le virtù secondo gl'insegnamenti e gli esempi di Gesù Cristo, meritarono special gloria in cielo e anche in terra, dove, per autorità della Chiesa, sono pubblicamente onorati e invocati.

176. Perché veneriamo noi anche il corpo dei Santi?  
Noi veneriamo anche il corpo dei Santi, perchè servì loro a esercitare virtù eroiche, fu certamente tempio dello Spirito Santo, e risorgerà glorioso alla vita eterna.

177. Perchè veneriamo anche le minime reliquie e le immagini dei Santi?  
Veneriamo anche le minime reliquie e le immagini dei Santi per loro memoria e onore, riferendo a essi tutta la venerazione, affatto diversamente dagl'idolatri, che rendono alle immagini o idoli un culto divino.


178. Dio nel Vecchio Testamento non proibì severamente le immagini?
Dio nel Vecchio Testamento proibì severamente le immagini da adorare, anzi quasi tutte le immagini, come occasione prossima d'idolatria per gli Ebrei, i quali vivevano fra gli idolatri ed erano molto inclinati alla superstizione.


SECONDO COMANDAMENTO

179. Che ci proibisce il secondo comandamento "non nominare il nome di Dio invano" ?  
Il secondo comandamento Non nominare il nome di Dio invano ci proibisce di disonorare il nome di Dio: perciò di nominarlo senza rispetto; di bestemmiare Dio, la santissima Vergine, i Santi e le cose sante; di far giuramenti falsi, non necessari o in qualunque modo illeciti.

180. Che cos'è il giuramento?  
Il giuramento è chiamar Dio in testimonio di ciò che si afferma o che si promette; perciò chi giura il male e chi spergiura, offende sommamente Dio che è la Santità e la Verità.

181. E' grande peccato la bestemmia?  
La bestemmia é grande peccato, perchè ingiuria e scherno di Dio o de' suoi Santi, e spesso anche orribile eresia.

182. Che ci ordina il secondo comandamento?
Il secondo comandamento ci ordina di avere sempre riverenza per il nome santo dì Dio, e di adempiere i voti e le promesse giurate.

183. Che cos'è il voto?  
Il voto è la promessa fatta a Dìo di qualche bene a Lui gradito, al quale ci obblighiamo per religione.

TERZO COMANDAMENTO

184. Che ci ordina il terzo comandamento « ricordati di santificare le feste » ?  
Il terzo comandamento Rricordati di santificare le feste ci ordina di onorare Dio nei giorni di festa con atti di culto esterno, dei quali per i cristiani l'essenziale è la santa Messa.

185. Perchè dobbiamo fare atti di culto esterno? Non basta adorar Dio, che è Spirito, internamente nel cuore?  
Non basta adorar Dio internamente nel cuore, ma dobbiamo anche rendergli il culto esterno comandato, perchè siamo soggetti a Dio in tutto l'essere, anima e corpo, e dobbiamo dare buon esempio; e anche perchè altrimenti si perde lo spirito religioso.

186. Che ci proibisce il terzo comandamento?  
Il terzo comandamento ci proibisce nei giorni di festa le opere servili.

187. Quali opere si dicono servili?  
Si dicono opere servili i lavori manuali propri degli artigiani e degli operai.

188. Sono tutte proibite nei giorni di festa le opere servili?  
Nei giorni di festa sono proibite tutte le opere servili non necessarie alla vita e al servizio di Dio, e non giustificate dalla pietà o da altro grave motivo.

189. Come conviene, occupare i giorni di festa?  

Conviene occupare i giorni di festa a bene dell'anima, frequentando la predica e il catechismo, e compiendo qualche opera buona e anche a riposo del corpo, lontani da ogni vizio e dissipazione.

QUARTO COMANDAMENTO

190. Che ci ordina il quarto comandamento « onora il padre e la madre » ?  
Il quarto comandamento Onora il padre e la madre ci ordina di amare, rispettare e ubbidire i genitori e chiunque ha la potestà sopra di noi, cioè i nostri superiori in autorità.

191. Che ci proibisce il quarto comandamento?  
Il quarto comandamento ci proibisce di offendere i genitori e i superiori in autorità e di disubbidirli.

192. Perchè dobbiamo ubbidire ai superiori in autorità?  
Dobbiamo ubbidire ai superiori in autorità perché «non c'è potestà se non da Dio; ... pertanto chi resiste alla potestà resiste all'ordinamento di Dio » *  * ROM., XIII, 1, a.

QUINTO COMANDAMENTO

193 Che ci proibisce il quinto comandamento « non ammazzare » ?  
Il quinto comandamento Non ammazzare ci proibisce di recar danno alla vita sì naturale che spirituale del prossimo e nostra; perciò ci proibisce l'omicidio, il suicidio, il duello, i ferimenti, le percosse, le ingiurie, le imprecazioni e lo scandalo.

194. Perché è peccato il suicidio?  
Il suicidio è peccato, come l'omicidio, perché Dio solo é padrone della nostra vita, come di quella del prossimo: inoltre è peccato di disperazione che, di più, toglie con la vita la possibilità di pentirsi e di salvarsi

195. La Chiesa ha stabilito pene contro il suicida? 
La Chiesa ha stabilito la privazione della sepoltura ecclesiastica contro il suicida responsabile dell'atto compiuto.

196. Perchè è peccato il duello? 
Il duello è peccato, perchè è sempre un attentato di omicidio, e, anche, quasi di suicidio, fatto per vendetta privata, in disprezzo della legge e della giustizia pubblica; inoltre perchè con esso stoltamente si rimette la decisione del diritto e del torto alla forza, alla destrezza e al caso.

197. La Chiesa ha stabilito pene contro i duellanti? 
La Chiesa ha stabilito la scomunica contro i duellanti e contro chiunque volontariamente assiste al duello.

198. Che cos'è scandalo? 
Scandalo è dare al prossimo, con qualunque atto cattivo, occasione di peccare.

199. Lo scandalo è peccato grave? 
Lo scandalo è peccato gravissimo, e Dio domanderà conto del male che si fa commettere ad altri con perfidi eccitamenti e con cattivi esempi: « guai, all'uomo per colpa del quale viene lo scandalo" *.  *' MATT, XVIII, 7.


200. Che ci ordina il quinto comandamento? 
I1 quinto comandamento ci ordina di voler bene a tutti, anche ai nemici, e di riparare il male corporale e spirituale fatto al prossimo.

SESTO COMANDAMENTO

201 Che ci proibisce il sesto comandamento « non commettere atti impuri » ? 
I1 sesto comandamento Non commettere atti impuri ci proibisce ogni impurità: perciò le azioni, le parole, gli sguardi, i libri, le immagini, gli spettacoli immorali.

202. Che ci ordina il sesto comandamento?  
Il sesto comandamento ci ordina di essere « santi nel corpo », portando il massimo rispetto alla propria e all'altrui persona, come opere di Dio e templi dove Egli abita con la presenza e con la grazia.

SETTIMO COMANDAMENTO

203. Che ci proibisce il settimo comandamento « non rubare » ? 
Il settimo comandamento non rubare ci proibisce di danneggiare il prossimo nella roba: perciò proibisce i furti, i guasti, le usure, e frodi nei contratti e nei servizi, e il prestar mano a questi danni.

204. Che ci ordina il settimo comandamento? 
Il settimo comandamento ci ordina di restituire la roba degli altri, di riparare i danni colpevolmente arrecati, di pagare i debiti e la giusta mercede agli operai.

205. Chi, potendo, non restituisce o non ripara, otterrà perdono? 
Chi, potendo, non restituisce o non ripara, non otterrà perdono, anche se a parole si dichiari pentito.

OTTAVO COMANDAMENTO

206. Che ci proibisce l'ottavo comandamento « non dir falsa testimonianza » ? 
L'ottavo comandamento Non dir falsa testimonianza ci proibisce ogni falsità e il danno ingiusto dell'altrui fama: perciò, oltre la falsa testimonianza, la calunnia, la bugia, la detrazione o mormorazione, l'adulazione, il giudizio e il sospetto temerario.

207. Che ci ordina l'ottavo comandamento? 
L'ottavo comandamento ci ordina di dire a tempo e luogo la verità, e d'interpretare in bene, possibilmente, le azioni del prossimo.

208. Chi ha danneggiato il prossimo nel buon nome accusandolo falsamente o sparlandone, a che cosa è obbligato? 
Chi ha danneggiato il prossimo nel buon nome accusandolo falsamente,o sparlandone, deve riparare, per quanto può, il danno arrecato.

NONO COMANDAMENTO

209. Che ci proibisce il nono comandamento « non desiderare la donna d'altri » ? 
I1 nono. comandamento non desiderare la donna d'altri ci proibisce i pensieri e i desideri cattivi.

210. Che ci ordina il nono comandamento?  

Il nono comandamento ci ordina la perfetta purezza dell'anima e il massimo rispetto, anche nell'intimo del cuore, per il santuario della famiglia.

DECIMO COMANDAMENTO

211 Che ci proibisce il decimo comandamento " non desiderare la roba d'altri"?  
Il decimo comandamento Non desiderare la roba d'altri ci proibisce l'avidità sfrenata delle ricchezze, senza riguardo ai diritti é al bene del prossimo.

212 Che ci ordina il decimo comandamento? 
Il decimo comandamento ci ordina di essere giusti e moderati nel desiderio di migliorare la propria condizione, e di soffrire con pazienza le strettezze e le altre miserie permesse dal Signore a nostro merito, poichè a al regno di Dio dobbiamo arrivare per via di molte tribolazioni"* * Atti, XIV, 21.




Catechismo di Pio X - Indice 

Morale Cristiana - Capo I: Comandamenti di Dio. §1. Comandamenti in generale. - Catechismo di San Pio X

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PARTE II
COMANDAMENTI DI DIO - PRECETTI DELLA CHIESA 
VIRTU' ossia MORALE CRISTIANA

Capo I 
Comandamenti di Dio

Se vuoi entrare alla vita, osserva i comandamenti 
(Matt XIX, 17)  
Se mi amate, osservate i miei comandamenti 
(Giov. XIV, 15) 

§ 1. Comandamenti di Dio in generale.


161. Che cosa sono i comandamenti di Dio?  
I comandamenti di. Dio o Decalogo sono le leggi morali che Dio nel Vecchio Testamento diede a Mosé sul monte Sinai, e Gesù Cristo perfezionò nel Nuovo.

162. Che cosa c'impone il Decalogo?  
Il Decalogo c'impone i più stretti doveri di natura verso Dio, noi stessi e il prossimo, come pure gli altri doveri che ne derivano, per esempio, quelli del proprio stato.

163. I nostri doveri verso Dio e verso il prossimo a che si riducono?  
I nostri doveri verso Dio e verso il prossimo si riducono alla carità, cioè al "massimo e primo comandamento" dell'amor di Dio e a quello "simile" dell'amor del prossimo: "da questi due comandamenti, disse Gesù Cristo, dipende tutta la Legge e i Profeti "*  * Matt., XXII, 38 40; Formola 14.

164. Perchè il comandamento dell'amor di Dio è il massimo comandamento?  
Il comandamento dell'amor di Dio è il massimo comandamento, perché chi l'osserva amando Dio con tutta l'anima, osserva certamente tutti gli altri comandamenti.

165. I comandamenti di Dio si possono osservare?  
I comandamenti di Dio si possono osservare tutti e sempre, anche nelle più forti tentazioni, con la grazia che Dio non nega mai a chi lo invoca di cuore.

166. Siamo obbligati a osservare i comandamenti di Dio?  
Siamo obbligati a osservare i comandamenti di Dio, perchè sono imposti da Lui, nostro Padrone supremo, e dettati dalla natura e dalla sana ragione.

167. Chi trasgredisce i comandamenti di Dio, pecca gravemente?  
Chi deliberatamente trasgredisce anche un solo comandamento di Dio in materia grave, pecca gravemente contro Dio, e perciò merita l'inferno.

168. Nei comandamenti che cosa si deve notare?  
Nei comandamenti si deve notare ciò che è ordinato e ciò che è proibito





Catechismo di Pio X - Indice 

Ascensione del Signore - Vangelo Lc 24,46-53 - (12 maggio 2013)

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Gesù sale al Cielo per prepararci un posto. E’ il Signore, il Re dell’universo e della storia umana.

«Uomini di Galilea,
perché fissate nel cielo lo sguardo?
Come l'avete visto salire al cielo,
così il Signore ritornerà». Alleluia. (At 1,11)

Vangelo Lc 24,46-53
Mentre li benediceva veniva portato verso il cielo.

+Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.






LETTURE



Prima LetturaAt 1,1-11
Fu elevato in alto sotto i loro occhi.

Dagli Atti degli Apostoli

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.

Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».

Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».

Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».




Seconda Lettura Eb 9,24-28; 10,19-23
Cristo è entrato nel cielo stesso.

Dalla lettera agli Ebrei

Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte.

Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.

Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.




domenica 5 maggio 2013

Domenica del Signore - Vangelo Gv 14,23-29 (5 Maggio 2013)

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Vangelo Gv 14,23-29
Lo Spirito Santo vi ricorderà
tutto ciò che io vi ho detto.


+Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:

«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.

Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».



LETTURE


Prima Lettura At 15,1-2.22-29
È parso bene, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi
altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati».

Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione.

Agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene allora di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli. E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!».


Seconda Lettura Ap 21,10-14.22-23
L'angelo mi mostrò la città santa
che scende dal cielo.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo

L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino.

È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte.

Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.

In essa non vidi alcun tempio:
il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello
sono il suo tempio.
La città non ha bisogno della luce del sole,
né della luce della luna:
la gloria di Dio la illumina
e la sua lampada è l’Agnello



giovedì 2 maggio 2013

Messaggio di Medjugorje a Mirjana - 2 Maggio 2013

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Il messaggio mensile dato alla veggente Mirjana “Per coloro che non hanno ancora conosciuto l’amore di Dio”

Messaggio di Medjugorje a Mirjana - 2 Maggio 2013



Cari figli, vi invito nuovamente ad amare e non a giudicare.
Mio Figlio, per volontà del Padre Celeste, è stato in mezzo a voi per mostrarvi la via della salvezza, per salvarvi e non per giudicarvi. Se volete seguire mio Figlio, non giudicherete ma amerete, come il Padre Celeste ama voi. Anche quando state più male, quando cadete sotto il peso della croce, non disperatevi, non giudicate, ma ricordate che siete amati e lodate il Padre Celeste per il suo amore. Figli miei, non deviate dalla strada per cui vi guido. Non correte verso la perdizione. La preghiera ed il digiuno vi rafforzino, affinché possiate vivere come il Padre Celeste vorrebbe; affinché siate i miei apostoli della fede e dell’amore; affinché la vostra vita benedica coloro che incontrate; affinché siate una cosa sola col Padre Celeste e con mio Figlio. Figli miei, questa è l’unica verità, la verità che porta alla vostra conversione e poi alla conversione di tutti coloro che incontrate e 
che non hanno conosciuto mio Figlio, di tutti coloro che non sanno cosa significa amare. Figli miei, mio Figlio vi ha donato i pastori: 
custoditeli, pregate per loro. Vi ringrazio



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