martedì 8 marzo 2011

Mercoledì delle Ceneri

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Mercoledì delle Ceneri


Al termine del Carnevale segue un periodo sacro di 40 giorni che prepara alla Pasqua, il cosiddetto periodo di Quaresima. La Quaresima, che nella tradizione deve essere vissuta con austerità e privazione da ogni divertimento, inizia con il "Mercoledì delle Ceneri". Il giorno delle Ceneri quindi segna la fine del Carnevale e l’inizio della Quaresima, ma cosa significa ricevere le Ceneri?

Ricevere le ceneri sul capo, equivale a riconoscere il male che è in noi, ad esprimere dispiacere, a manifestare il pentimento. Ed è infatti l’atteggiamento “penitenziale” che deve contraddistinguere il cammino cristiano verso la Pasqua. Questo non vuol dire adempiere solo ad una pratica devozionistica, cioè una cosa che facciamo tanto per fare, perchè sono un cristiano e “devo farlo”… Al contrario ci deve essere dentro di noi un deciso orientamento esistenziale, devo operare una “scelta fondamentale”.
Vediamo di capire meglio questa ricorrenza con alcuni semplici punti.

Origini storiche

il_papa_il_mercoledi_delle_ceneri_imagelargeAlla fine del V° secolo la Chiesa inserisce una novità nella celebrazione della Quaresima: il periodo quaresimale non inizia più dalla domenica ma il mercoledì con il rito dell'imposizione delle ceneri sulla testa dei fedeli. Le ceneri rappresentano il segno di penitenza e contrizione per le intemperanze carnevalesche. Il "Mercoledì delle Ceneri", dunque, secondo il rito romano, è il primo giorno della Quaresima. Nel rito ambrosiano, invece, la Quaresima ha ancora inizio la domenica successiva. Il Mercoledì delle Ceneri, dunque, si celebra 46 giorni prima della Pasqua ed è un giorno di digiuno ed astinenza, tenuto conto che nelle cinque domeniche di Quaresima, come in ogni domenica dell’anno, la dimensione festiva prevale decisamente su quella penitenziale (tanto che nelle chiese d’Oriente si ritiene il digiuno incompatibile con la domenica). Il conteggio dei giorni si conclude il sabato che precede il giorno di Pasqua.: in questo modo si ha un periodo di penitenza e digiuno esattamente di 40 giorni.

La celebrazione delle ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza, costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del giovedì santo. Nel tempo il gesto dell'imposizione delle ceneri si estende a tutti i fedeli e la riforma liturgica ha ritenuto opportuno conservare l'importanza di questo segno.

Giovanni Paolo II qualche anno fa introdusse il Mercoledì delle Ceneri con queste parole:
"Oggi la Chiesa indìce il Digiuno dei Quaranta Giorni. Lo fa a ricordo del digiuno di Cristo Signore, che, in questo modo, si preparò alla sua pubblica attività messianica. La Chiesa indìce la Quaresima come periodo di preparazione alla solennità di Pasqua. E la Pasqua - passione, morte e risurrezione - costituisce l’adempimento della missione messianica di Gesù di Nazaret. La Chiesa inizia il digiuno dei quaranta giorni da oggi, mercoledì delle Ceneri. In questo giorno, limitando al minimo il consumo dei cibi, tutti chiniamo il nostro capo, perché il sacerdote vi deponga le ceneri. Ciò corrisponde a un’antichissima tradizione del popolo di Dio, che ha il suo inizio nell’Antico Testamento."
Una simbologia che ha radici antiche


La simbologia delle ceneri è ricca di risonanze bibliche. Abramo, in quella pagina in cui osa rivolgersi a Dio e “mercanteggiare” con lui la sorte degli abitanti di Sodoma, ricorda con umiltà di non essere altro che “polvere e cenere” (Gen 3,19); con la stessa espressione anche Giobbe riconosce la debolezza e la fragilità della condizione umana (Gb 30,19). La cenere è anche segno di pentimento: il re di Ninive, quando viene a sapere della minaccia di Dio, si copre di sacco e si mette a sedere sulla cenere (Gio 3,6); anche Giuditta invita tutto il popolo a cospargersi il capo di cenere, vestire di sacco e alzare le mani per supplicare il Signore (Gdt 4,11).


Questi due significati sono espressi anche dalle formule che accompagnano il gesto di imposizione delle ceneri: “Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai” (Gen 3,19) dice la fragilità, la precarietà dell’uomo;
“Convertiti e credi al Vangelo” sottolinea l’aspetto positivo della Quaresima, la disponibilità ad intraprendere un cammino di conversione e a lasciarsi riconciliare con Dio (2Cor 5,20).
Ivan Kramskoy. Christ in the desert. 1872.«Con questo rito penitenziale sorto dalla tradizione biblica e conservato nella consuetudine ecclesiale fino a i nostri giorni, viene indicata la condizione dell’uomo peccatore che confessa esternamente la sua colpa davanti a Dio ed esprime così la volontà di una conversione interiore, nella speranza che il Signore sia misericordioso verso di lui. Attraverso questo stesso segno inizia il cammino di conversione, che raggiungerà la sua meta nella celebrazione del sacramento della penitenza nei giorni prima della Pasqua» (Paschalis solemnitatis n. 21)
Con il segno penitenziale delle Ceneri, sorto nella tradizione biblica e conservato dalla chiesa, riconosciamo di essere bisognosi del perdono di Dio ed esprimiamo la nostra fiducia nella sua misericordia; Egli si getta dietro le spalle i nostri peccati e ci reintegra nella comunione con lui. Il segno della cenere sul nostro capo sia il segno della risolutezza del nostro cammino di conversione nelle scelte del nostro quotidiano, nelle nostre relazioni interpersonali, nella nostra appartenenza alla comunità cristiana.

Il rito


Le ceneri che vengono usate nella celebrazione del mercoledì sono ottenute bruciano le palme e gli ulivi benedetti l'anno prima nel corso della "Domenica delle Palme". Il sacerdote, al momento dell'imposizione delle ceneri, pronunciava questa frase: "ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai" oggi sostituita da "Convertitevi e credete al Vangelo".


cenereDobbiamo insieme inchinare il nostro capo, sul quale la mano del sacerdote poserà le ceneri. Ognuno di noi ascolterà in quel momento le parole che riassumono il significato del mercoledì delle Ceneri.
La liturgia delle Ceneri si esprime in due brevi formule della Sacra Scrittura.
  • La prima formula: “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”, tolta dal Libro della Genesi (cf. Gen 3, 19)
  • La seconda formula: “Convertitevi e credete al Vangelo”, secondo il testo di san Marco (Mc 1, 15).
Ognuna di queste formule ha un contenuto proprio. Ognuna costituisce una particolare sintesi. La Chiesa vuole che noi accettiamo, all’inizio della Quaresima, la verità che è contenuta in entrambe le formule del rito liturgico. Accettiamo dunque la verità sulla morte, sulla caducità dell’uomo nel mondo temporale. E accettiamo al tempo stesso la verità sulla Vita, che oltrepassa la dimensione della temporaneità: sulla vita eterna in Dio, alla quale ci introduce Cristo. Ed accettiamo, sulla base di questa duplice verità, la chiamata alla conversione. Riassumendo: L'uso delle ceneri ha un duplice significato teologico: per prima cosa rappresentano il segno della debole e fragile condizione dell'uomo. In secondo luogo la cenere rappresenta anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un cammino verso Dio

Il rito della benedizione e imposizione delle ceneri può essere inserito anche in una celebrazione non eucaristica. In questo caso esso è preceduto da una liturgia della Parola (secondo lo schema della Messa: canto iniziale, orazione, letture, omelia) e seguito dalla preghiera dei fedeli.

Il digiuno

Al segno delle ceneri è legata la pratica del digiuno: il Mercoledì delle Ceneri è l’unico giorno, insieme al Venerdì Santo, di digiuno e astinenza, come segno di vera conversione, per affrontare vittoriosamente la tentazione e la lotta contro il male.
Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. (Mt 6,1-6.16-18) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
GESU' CRISTO DISCORSO MONTAGNA«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Si tratta di un cammino nuovo di accesso al cuore di Dio che si apre davanti a noi. Gesù, per assicurarci interiormente, non chiede ciò che noi facciamo per Dio, bensì ciò che Dio fa per noi. L'elemosina, la preghiera ed il digiuno non sono soldi per comprare il favore di Dio, ma sono la risposta di gratitudine all'amore ricevuto e sperimentato.





Fonti:
Vatican.va

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