martedì 31 gennaio 2017

I Dogmi Mariani - 4. Assunzione della Madre di Dio

Assunzione della Madre di Dio


Al termine della sua vita terrena, è stata assunta in anima e corpo alla gloria celeste, senza subire la corruzione del sepolcro. Esiste un’intima connessione del mistero dell’assunzione di Maria con la sua incomparabile dignità di Madre di Dio; la sua intima e profonda unione con Cristo; la sua perpetua verginità senza macchia; la sua condizione di generosa socia del divino Redentore; la sua insigne santità, superiore a quella di tutti gli uomini e angeli.

Quasi sintesi del meraviglioso mistero di Maria, il 1° novembre del 1950, Pio XII proclama solennemente il dogma dell’Assunzione di Maria, con queste parole: “L’augusta Madre di Dio, arcanamente unita a Gesù Cristo fin da tutta l’eternità con uno stesso decreto di predestinazione, immacolata nella sua concezione, vergine illibata nella sua divina maternità, generosa socia del divino Redentore, che ha riportato un pieno trionfo sul peccato e sulle sue conseguenze, alla fine, come supremo coronamento dei suoi privilegi, ottenne di essere preservata dalla corruzione del sepolcro, e, vinta la morte, come già il suo Figlio, di essere innalzata in anima e corpo alla gloria del cielo, dove risplende Regina alla destra del Figlio suo, Re immortale dei secoli”.

Mentre per tutta l’umanità la risurrezione dei corpi avverrà alla fine dei tempi, per Maria, invece, tale evento si è realizzato già alla fine della sua vita terrena. Per cui il suo corpo è ora gloriosamente vivente in cielo accanto all’umanità gloriosa del suo Figlio Gesù Cristo.

Precisa al riguardo il Santo Padre Giovanni Paolo II: “La condizione escatologica di Cristo e quella di Maria non vanno certo poste sullo stesso piano. Maria, nuova Eva, ha ricevuto da Cristo, nuovo Adamo, la pienezza di grazia e di gloria celeste, essendo stata risuscitata mediante lo Spirito Santo dal potere sovrano del Figlio”.

La Devozione.

Il dogma dell’Assunzione non è certo una verità “scoperta” nel secolo scorso. Prima del 1° novembre 1950, questa verità veniva creduta nella Chiesa e celebrata, ma non era considerata dogma di fede. Fin dall’antichità si celebrava in Oriente e in Occidente una solenne festa liturgica a ricordo della Dormizione o Assunzione al Cielo della Vergine. Per esempio. nel Sacramentario che Papa Adriano I tra gli anni 784-790, mandò all’imperatore Carlo Magno, si legge: «Degna di venerazione è per noi, o Signore, la festività di questo giorno, in cui la santa Madre di Dio subì la morte temporale, ma non poté essere umiliata dai vincoli della morte colei che generò il tuo Figlio, nostro Signore, incarnato da lei».

La fede in Maria assunta in corpo e anima alla gloria del cielo, appartiene alla coscienza di fede della Chiesa sia in Oriente sia in Occidente sin dalle origini. Pio XII, con la proclamazione solenne di Maria Assunta, ha inteso annunciare solennemente a tutto il mondo la nobiltà e la dignità del corpo umano, mortificato, umiliato, avvilito e profanato in mille modi durante la seconda guerra mondiale da poco conclusa. Di fronte ai lager di Dachau e di Auschwitz, dove si era consumata la violazione più dissacrante del corpo umano, il “mistero dell’Assunzione proclama il destino soprannaturale e la dignità eccelsa di ogni corpo umano, chiamato dal Signore a diventare strumento di santità e a partecipare alla sua gloria”.

Affermava nel 1979 l’allora cardinale Joseph Ratzinger:

Il grado più elevato di canonizzazione (Lc 1,48)
Il dogma dell'Assunta è semplicemente il grado supremo della canonizzazione nella quale il titolo   « santo » viene attribuito nel senso più stretto, volendo significare cioè : interamente e totalmente nel compimento escatologico. Con ciò si dischiude ormai il contesto biblico fondamentale, che garantisce tutta l'affermazione. Noi possiamo cioè asserire che il dogma dell'Assunta non fa che descrivere nel suo contenuto ciò che è stato interiormente presupposto ed affermato nel grado supremo del culto; nel medesimo istante ci si può e ci si deve allora ricordare che il vangelo stesso profetizza ed esige il culto di Maria: « D'ora in poi tutte le generazioni mi cm ameranno beata » (Lc 1,48) - è un compito assegnato alla chiesa e la registrazione di Luca presuppone che la glorificazione di Maria già esiste nella chiesa del suo tempo e che egli la ritiene un dovere della chiesa per tutte le generazioni. Egli vede incominciare questa lode di Maria col saluto di Elisabetta: « Beata colei che ha creduto... » (Lc 1,45). 

Un elogio legato alla Risurrezione (Mc 12,18-27)
In questa primissima forma di culto di Maria si riflette nuovamente l'unità dei Testamenti, quell'unità che è caratteristica di tutto il tema mariano : il Dio d'Israele viene chiamato tramite uomini ai quali egli si è dimostrato grande, nella vita dei quali egli si rende visibile e presente. Essi sono, per così dire, il suo nome nella storia, grazie a loro egli stesso ha un nome, per loro ed in loro egli diventa accessibile. Si chiama il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe; chiamarlo significa chiamare i padri, così come, viceversa, chiamare i padri significa ricordarsi di lui e riconoscerlo. Non invocare gli uomini, nei quali egli stesso si rende visibile, è ingratitudine, smemoratezza -per la fede d'Israele però è anche caratteristico che essa abbia memoria e sia memoria.
La glorificazione di Maria si congiunge quindi all'idea di Dio che collega i padri col nome di Dio e sa che nella glorificazione dei padri c'è l'esaltazione di Dio. Se si tiene bene presente questo fatto, non si può non prendere in considerazione nel nostro contesto l'interpretazione di Dio Padre che Gesù ha dato in Mc 12,18-27. 
 Salita al cielo col suo corpo e la sua anima. (Ef 2,6)
« Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio ». Ciò significa: esiste come una sorta di « ascensione » del battezzato, della quale parla in termini del tutto espliciti Ef 2,6: « Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù ». Stando a questo testo, il battesimo è partecipazione non soltanto alla risurrezione, ma anche all'ascensione di Cristo. Il battezzato, in quanto battezzato e nella misura in cui là, nel Signore glorificato, la sua vita nascosta (la sua vera vita! ). La formula dell' « assunzione » di Maria in corpo ed anima perde, sulla base di questo testo, ogni carattere speculativo ed arbitrario: essa, infatti, è solamente la forma suprema di canonizzazione: si dice che in colei che ha generato il Signore « prima col cuore che secondo il corpo » (Agostino ), della quale la fede, cioè il contenuto interiore del battesimo, può essere asserita illimitatamente, conformemente a Lc 1,45, nella quale si è quindi realizzata tutta l'essenza del battesimo, in lei la morte è stata inghiottita nella vittoria di Cristo.
Il culto di Maria è l'oscillare beato nella gioia del Magnificat e, perciò, nella lode di colui verso il quale è debitrice la figlia di Sion e di colui che lei porta come la vera, non deperibile, indistruttibile arca dell'alleanza.

Pio XII. La costituzione apostolica MUNIFICENTISSIMUS DEUS (LA GLORIFICAZIONE DI MARIA CON L'ASSUNZIONE AL CIELO IN ANIMA E CORPO) 

Ecco una sintesi per punti:

Il munificentissimo Dio, che tutto può e le cui disposizioni di provvidenza sono fatte di sapienza e d'amore, nei suoi imperscrutabili disegni contempera nella vita dei popoli e in quella dei singoli uomini dolori e gioie, affinché per vie diverse e in diverse maniere tutto cooperi in bene per coloro che lo amano (cf. Rm 8, 28).

Dio, infatti, che da tutta l'eternità guarda Maria vergine, con particolare pienissima compiacenza, «quando venne la pienezza del tempo» (Gal 4, 4), attuò il disegno della sua provvidenza in tal modo che risplendessero in perfetta armonia i privilegi e le prerogative che con somma liberalità ha riversato su di lei. Che se questa somma liberalità e piena armonia di grazie dalla chiesa furono sempre riconosciute e sempre meglio penetrate nel corso dei secoli, nel nostro tempo è stato posto senza dubbio in maggior luce il privilegio della corporea assunzione al cielo della vergine Madre di Dio Maria.

Questo privilegio risplendette di nuovo fulgore fin da quando il nostro predecessore Pio IX, d'immortale memoria, definì solennemente il dogma dell'immacolata concezione dell'augusta Madre di Dio. Dio volle esente [dal peccato] la beata vergine Maria. Ella per privilegio del tutto singolare ha vinto il peccato con la sua concezione immacolata; perciò non fu soggetta alla legge di restare nella corruzione del sepolcro, né dovette attendere la redenzione del suo corpo solo alla fine del mondo.

Plebiscito unanime

Per questo, quando fu solennemente definito che la vergine Madre di Dio Maria fu immune della macchia ereditaria fin dalla sua concezione, i fedeli furono pervasi da una più viva speranza che quanto prima sarebbe stato definito dal supremo magistero della chiesa anche il dogma della corporea assunzione al cielo di Maria vergine.

Infatti si videro non solo singoli fedeli, ma anche rappresentanti di nazioni o di province ecclesiastiche e anzi non pochi padri del concilio Vaticano chiedere con vive istanze all'apostolica sede questa definizione.

Il magistero della chiesa

Il 1° maggio 1946 indirizzammo loro la lettera [enciclica Deiparae Virginis Mariae, in cui chiedevamo: «Se voi, venerabili fratelli, nella vostra esimia sapienza e prudenza ritenete che l'assunzione corporea della beatissima Vergine si possa proporre e definire come dogma di fede, e se col vostro clero e il vostro popolo lo desiderate».

E coloro che «lo Spirito Santo ha costituito vescovi per pascere la chiesa di Dio» (At 20, 28) hanno dato all'una e all'altra domanda una risposta pressoché unanimemente affermativa.

Il magistero della chiesa, non certo per industria puramente umana, ma per l'assistenza dello Spirito di verità (cf. Gv 14, 26), e perciò infallibilmente, adempie il suo mandato di conservare perennemente pure e integre le verità rivelate, e le trasmette senza contaminazione, senza aggiunte, senza diminuzioni. «Infatti, come insegna il concilio Vaticano, ai successori di Pietro non fu promesso lo Spirito Santo, perché, per sua rivelazione, manifestassero una nuova dottrina, ma perché, per la sua assistenza, custodissero inviolabilmente ed esponessero con fedeltà la rivelazione trasmessa dagli apostoli, ossia il deposito della fede». Pertanto dal consenso universale di un magistero ordinario della chiesa si trae un argomento certo e sicuro per affermare che l'assunzione corporea della beata vergine Maria al cielo, è verità da Dio rivelata, e perciò tutti i figli della chiesa debbono crederla con fermezza e fedeltà. Poiché, come insegna lo stesso concilio Vaticano, «debbono essere credute per fede divina e cattolica tutte quelle cose che sono contenute nella parola di Dio scritta o trasmessa oralmente o col suo ordinario e universale magistero, propone a credere come rivelate da Dio».

La voce dei santi padri

s. Giovanni Damasceno: «Era necessario che colei, che nel parto aveva conservato illesa la sua verginità, conservasse anche senza alcuna corruzione il suo corpo dopo la morte. Era necessario che colei, che aveva portato nel suo seno il Creatore fatto bambino, abitasse nei tabernacoli divini. Era necessario che la sposa del Padre abitasse nei talami celesti. Era necessario che colei che aveva visto il suo Figlio sulla croce, ricevendo nel cuore quella spada di dolore dalla quale era stata immune nel darlo alla luce, lo contemplasse sedente alla destra del Padre. Era necessario che la Madre di Dio possedesse ciò che appartiene al Figlio e da tutte le creature fosse onorata come Madre e Ancella di Dio».

s.Germano di Costantinopoli: «Tu, come fu scritto, apparisci "in bellezza", e il tuo corpo verginale è tutto santo, tutto casto, tutto domicilio di Dio; cosicché anche per questo sia poi immune dalla risoluzione in polvere; trasformato bensì, in quanto umano, nell'eccelsa vita della incorruttibilità; ma lo stesso vivo, gloriosissimo, incolume e dotato della pienezza della vita».

E un altro antico scrittore dice: «Come gloriosissima Madre di Cristo, nostro Salvatore e Dio, donatore della vita e dell'immortalità, è da lui vivificata, rivestita di corpo in un'eterna incorruttibilità con lui, che la risuscitò dal sepolcro e la assunse a sé, in modo conosciuto da lui solo». (s.Modesto Hierosol)

Maria è la nuova Eva

Ma in particolare va ricordato che, fin dal secolo II, Maria Vergine viene presentata dai santi padri come nuova Eva, strettamente unita al nuovo Adamo, sebbene a lui soggetta, in quella lotta contro il nemico infernale, che, com'è stato preannunziato dal protovangelo (Gn 3, 15), si sarebbe conclusa con la pienissima vittoria sul peccato e sulla morte, sempre congiunti negli scritti dell'apostolo delle genti (cf. Rm cc. 5 e 6; 1 Cor 15, 21-26.54-57). Per la qual cosa, come la gloriosa risurrezione di Cristo fu parte essenziale e segno finale di questa vittoria, così anche per Maria la lotta che ha in comune col Figlio suo si doveva concludere con la glorificazione del suo corpo verginale: perché, come dice lo stesso apostolo, «quando... questo corpo mortale sarà rivestito dell'immortalità, allora sarà adempiuta la parola che sta scritta: è stata assorbita la morte nella vittoria» (1 Cor 15, 54).

La solenne definizione

«Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».

Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica.

Affinché poi questa Nostra definizione dell'assunzione corporea di Maria vergine al cielo sia portata a conoscenza della chiesa universale, abbiamo voluto che stesse a perpetua memoria questa Nostra lettera apostolica; comandando che alle sue copie o esemplari anche stampati, sottoscritti dalla mano di qualche pubblico notaio e muniti del sigillo di qualche persona costituita in dignità ecclesiastica, si presti assolutamente da tutti la stessa fede; che si presterebbe alla presente, se fosse esibita o mostrata.

A nessuno dunque sia lecito infrangere questa Nostra dichiarazione, proclamazione e definizione, o ad essa opporsi e contravvenire. Se alcuno invece ardisse di tentarlo, sappia che incorrerà nell'indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati apostoli Pietro e Paolo.

L'Assunzione della Vergine al Cielo in un'analisi dell'allora Cardinal Joseph Ratzinger in un libro intervista a cura di Peter Seewald.

– Venendo all’ultimo dogma mariano proclamato dalla Chiesa, quello dell’ Assunzione della Vergine Maria in Cielo, Peter Seewald chiede infine: "Volendo esser ancor più provocatori: che cosa significa il dogma dell’Assunzione corporea di Maria in Cielo? È stato stabilito molto tardi, nel 1950. Stranamente, fin dall’inizio non esistevano né un sepolcro né reliquie [corporee] di Maria".

– "Questo dogma - risponde cauto il Cardinale Ratzinger - ci risulta particolarmente difficile da comprendere e accettare, perché non riusciamo a immaginarci cosa si possa intendere in questo caso per "Cielo", e come un corpo possa essere "assunto in Cielo". Questo dogma rappresenta quindi una grande sfida alla nostra capacità di comprendere che cosa siano il Cielo, il corpo, l’uomo, e quale possa essere il futuro di questi".

– "E Lei personalmente, come risolve questa sfida?".

"Mi soccorre in questo caso la teologia battesimale elaborata da San Paolo che dice: "Dio con Gesù Cristo ha risuscitato anche noi e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù [Ef 2, 6]. Questo significa che, in quanto battezzati, il nostro futuro è già tracciato.

Secondo il dogma, dunque, si adempie pienamente in Maria ciò che il Battesimo opera in tutti noi: il dimorare ["sedere"] con Dio "nei cieli" [perché Dio è i Cieli!]. Il Battesimo [cioè, l’unione a Cristo] dispiega in Maria la sua massima efficacia. In noi l’unione a Cristo, la risurrezione, è una condizione ancora incompiuta e imperfetta. Non così per lei, cui non manca più nulla, poiché è già entrata nella piena comunione con Cristo. E di questa comunione è partecipe anche una nuova corporeità, per noi inimmaginabile. In breve, il portato essenziale i questo dogma è la pienezza dell’unione di Maria a Dio, a Cristo, la pienezza del suo essere ‘cristiana’".






Nei link seguenti gli articoli sui quattro dogmi mariani:

1. Maria Madre di Dio (da martedì 10 gennaio 2017)
2. Maria sempre Vergine (da martedì 17 gennaio 2017)
3. Immacolata Concezione (da martedì 24 gennaio 2017)
4. Assunzione di Maria (da martedì 31 gennaio 2017)

Nessun commento:

Posta un commento

Dite la vostra