Maria sempre vergine
“aeipárthenos”
Il magistero della Chiesa.
Il primo Concilio ecumenico che parla esplicitamente della perpetua verginità di Maria è il Concilio Costantinopolitano II (553): «Prese carne dalla gloriosa Theotókos e sempre vergine Maria» (DS 42).
La definizione dogmatica della perpetua verginità di Maria appartiene al Concilio Lateranense del 649, convocato da Papa Martino I. Il terzo canone del Concilio si esprime così:
«Se qualcuno non confessa secondo i santi Padri che la santa e sempre vergine e immacolata Maria sia in senso proprio e secondo verità Madre di Dio, in quanto propriamente e veramente alla fine dei secoli ha concepito dallo Spirito Santo senza seme e partorito senza corruzione, permanendo anche dopo il parto la sua indissolubile verginità, lo stesso Dio Verbo, nato dal Padre prima di tutti i secoli, sia scomunicato» (DS 503).
Questa definizione è infallibile e irreformabile, poiché data l'intenzione espressa dal Papa e l'accettazione universale del Concilio, questo risulta praticamente ecumenico. La perpetua verginità di Maria è quindi una verità di fede definita.
Il Dogma.
Maria ha concepito, generato e partorito come uomo, senza la cooperazione biologico/storica di un uomo (= sine virili semine) il Figlio dell'eterno Dio, in virtù dello Spirito Santo. A questa affermazione si aggiunge la dottrina che Maria, dopo aver partorito in stato di verginità il proprio Figlio, è vissuta verginalmente anche dopo la nascita di Cristo, sino alla fine della propria esistenza.
Il mistero della verginità è però un mistero unico che deve essere ricondotto alla sua fontale unità: la condizione divina del Verbo esige una concezione verginale; il carattere verginale della concezione si prolunga nel parto, parto vero e sacralizzante, in cui l'integrità della Madre diviene anch'essa segno della divinità del Figlio; dalla concezione e dal parto verginale consegue la perfetta dedicazione di Maria a Dio che ne ha fatto il suo inviolabile santuario. Con questa consacrazione è iniziata la divinazione dell'uomo riscattato da Cristo e ricondotto nella luce della pienezza di Dio: la Vergine Madre diviene così anche l'icona della nuova creazione e della creatura in cui in pienezza si attuano tutti i frutti della Redenzione;
Nell’iconografia mariana il dogma della perpetua verginità di Maria – la “aeipárthenos”, la “semprevergine” (proclamato al concilio di Costantinopoli II, 553 d.C.) – viene rappresentato simbolicamente da tre stelle che ornano il mantello della Beata Vergine. Le tre stelle indicano la virginitas ante partum, la virginitas in partu e la virginitas post partum.
Georg Söll, un grande storico dei dogmi mariani, afferma al riguardo: “Il fatto che la Madre di Dio non cessò mai di essere vergine fu una realtà non soltanto per i fedeli del tempo di Basilio, ma anche per quelli dei secoli successivi. L’ex Maria Virgine del Simbolo della Chiesa universale venne inteso nel senso più ampio ed elevato a criterio di ortodossia”.
La maternità verginale assicura che Gesù è un dono esclusivo di Dio Trinità all’umanità in Maria. Un ignoto autore del secolo VII, al quale viene dato il nome di Eusebio Gallicano, instaura un originale paragone tra Maria e la Chiesa, entrambe vergini e madri: “Poco fa ti meravigliavi per l’uomo nato dalla verginità. Ammira ora una novità non inferiore: un uomo che rinasce. Se ti piace, facciamo un confronto tra queste due madri [...]. Per mezzo di Maria è nato colui che era fin dal principio; per mezzo della Chiesa è rinato colui che in principio era perito; quella generò in favore dei popoli, questa genera i popoli; quella, come sappiamo, ha partorito una sola volta un figlio rimanendo vergine, questa continuamente partorisce per mezzo dello sposo vergine. Quindi ciò che tu ritenevi un prodigio unico nei secoli, riconoscilo ormai come una funzione abituale”.
La vita divina nata nel seno di Maria si diffonde nell’umanità intera attraverso l’azione sacramentale della Chiesa. La Chiesa, come Maria, è la madre che continuamente, mediante il battesimo e gli altri sacramenti, fa rinascere l’umanità alla comunione con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
La Verginità.
Ma che cos'è esattamente la verginità? Intesa in una prospettiva cristiana essa comporta la consegna totale della persona, anima e corpo, mente e cuore, a Gesù Cristo. Questa donazione completa della persona implica:
a) La verginità del corpo, cioè l'integrità corporea, elemento materiale della verginità.
b) La verginità dell'anima, cioè la decisione cosciente e libera di appartenere esclusivamente a Dio secondo le esigenze della castità perfetta. Questo consegnarsi a Dio con cuore indiviso costituisce l'elemento formale e intenzionale della verginità.
La Chiesa insegna sulla verginità di Maria le seguenti verità rivelate:
a) l'assoluta e perpetua integrità corporale della Vergine;
b) la verginità della sua anima, cioè la piena ed esclusiva unione sponsale della sua anima con il Signore.
Così il dogma della fede cattolica suppone:
1) che Maria concepì miracolosamente e verginalmente per l'onnipotenza divina, per cui Gesù non ebbe un padre umano;
2) che diede alla luce il Figlio senza lesione della sua integrità corporale;
3) che dopo la nascita di Gesù Maria rimase vergine durante tutta la sua vita terrena.
Nei link seguenti gli articoli sui quattro dogmi mariani:
1. Maria Madre di Dio (da martedì 10 gennaio 2017)
2. Maria sempre Vergine (da martedì 17 gennaio 2017)
3. Immacolata Concezione (da martedì 24 gennaio 2017)
4. Assunzione di Maria (da martedì 31 gennaio 2017)
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